VINITALY: COLDIRETTI PUGLIA, MENO VINO NEL BICCHIERE (-1,3%); CONTRO SPECULAZIONI CATASTO VITIVINICOLO E GUERRA AI VIGNETI ABUSIVI

Con il calo dei consumi di vino e il rischio dei dazi che incombe sulle cantine, servono misure contro le speculazioni con controlli capillari  per stanare i vigneti abusivi  e una stretta sul catasto vitivinicolo per avere una fotografia reale del settore in Puglia. E’ quanto emerso nel corso dell’incontro organizzato da Coldiretti Puglia con le cantine pugliesi al Vinitaly e l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia.

“Il catasto vitivinicolo è l’unico strumento che può dare l’esatta consistenza del settore vitivinicolo, dei numeri e delle potenzialità reali del settore – dice Alfonso Cavallo, presidente di  Coldiretti Puglia – per costruire una strategia di filiera, puntando su qualità e su rese per ettaro appropriate per rafforzare e promuovere il settore”. Puntare sulla qualità e sulle peculiarità dei singoli vitigni – aggiunge Coldiretti Puglia – devono essere i principi cardine che potranno riportare su corretti parametri i prezzi di mercato che soddisfino sia i produttori che i trasformatori.

Non va scaricato l’aumento dei costi alimentato dalle guerre e dai dazi annunciati da Trump sulle spalle dell’anello più debole della filiera i vitivinicoltori e le cantine serie che rispettano il prodotto ed il territorio che hanno già sopportato in solitudine la crescita esponenziale dei costi con l’aumento di oltre il 50% per l’energia, le lavorazioni, le materie prime, l’irrigazione con il rischio crack per 20mila aziende agricole. 

“Proprio rispetto al calo dei consumi, vanno sensibilizzati i cittadini contro i tentativi in atto di demonizzazione di un prodotto che fa parte a pieno titolo della Dieta mediterranea – aggiunge Pietro, Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia – considerata un modello alimentare sano e benefico per la prevenzione di molte malattie, ma che si fonda anche sul consumo equilibrato di tutti gli alimenti a partire dal bicchiere di vino, i cui effetti benefici sono stati raccontati nel corso dei secoli”.

Intanto, a pochi giorni dall’entrata in vigore dei dazi aggiuntivi del 20% annunciati dal presidente Donald Trump, “si registrano già i primi effetti per i produttori di vino italiani, con la richiesta degli importatori statunitensi di abbassare i prezzi per aiutarli a compensare l’aggravio tariffario ed evitare di dover rinunciare alle quote di mercato acquisite”, dice Gianni Cantele, componente del comitato vitivinicolo nazionale di Coldiretti. 

Le richieste alle aziende italiane di “venirsi incontro” restringerebbero i margini di guadagno dei nostri vitivinicoltori, già messi a dura prova dai rincari dei costi di produzione legati alla difficile situazione internazionale. Applicando la percentuale media di calo del 20% registrata con i dazi del 2019 al vino, si può stimare una potenziale perdita fino a 390 milioni di euro, ma se consideriamo il precedente del vino francese che a causa dei dazi del 2019 ha perso circa il 45% del valore, gli scenari possono essere molteplici. Va comunque detto che le bottiglie transalpine furono le uniche ad essere colpite dalle tariffe aggiuntive decise nel primo mandato di Trump che oggi accomunano invece tutti, seppur con percentuali variabili. Al calo delle vendite andrebbe poi aggiunta la mancata crescita, che quest’anno aveva visto un incremento in valore . Ma il pericolo per il vino italiano è anche quello di perdere, oltre alle vendite, anche quote di mercato e posizionamento sugli scaffali, conquistati con anni di impegno, magari a vantaggio di prodotti argentini o cileni o dei Paesi meno colpiti dalle scelte di Trump.

In questa fase – ritiene Coldiretti – è importante che l’Europa giochi in modo diverso, senza cadere in provocazioni, ma imboccando la via del dialogo e della diplomazia, unico modo per difendere gli interessi delle aziende Made in Italy, ma anche quelli degli stessi statunitensi.  Un’escalation di dazi e controdazi avrebbe l’effetto di causare danni alle economie di entrambe le sponde dell’Atlantico.