145 anni per l’Istituto Nazionale Guardia d’Onore

CELEBRA 145 ANNI
L’ISTITUTO NAZIONALE
PER LA GUARDIA D’ONORE       Ente morale sottoposto alla vigilanza del Ministero della Difesa, l’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon (INGORTP) è il più antico ente combattentistico d’Italia: questo mese celebra i suoi 145 anni.           Domenica 29 gennaio 2023 alle ore 9.30 avverrà la deposizione di una corona d’alloro al sacello del Milite Ignoto presso l’Altare della Patria, a seguire un corteo, preceduto da una fanfara degli Alpini fino al Pantheon, dove si terrà una Santa Messa in suffragio dei Re e delle Regine d’Italia che hanno fondato la nostra Nazione, con la partecipazione di S. A. R. il Principe Emanuele Filiberto di Savoia: così si articolano le celebrazioni per i 145 anni dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon (www.guardiadonorealpantheon.it), il più antico ente combattentistico d’Italia. Analogamente alle altre associazioni d’Arma, l’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon (INGORTP) è sottoposto alla vigilanza del Ministero della Difesa che in una recente circolare ha ulteriormente riconosciuto l’Istituto, conferendogli l’ordine di precedenza più importante nelle varie sfilate, essendo il più antico ente combattentistico d’Italia. L’istituto fa parte del Consiglio Nazionale Permanente delle Associazioni d’Arma – ASSOARMA (https://bit.ly/3ZNRyqB), ente che raggruppa 35 benemerite associazioni. Nato come Comitato Centrale dei Veterani e Reduci delle Campagne di Guerra Nazionali e Coloniali, l’INGORTP è attualmente presieduto dal Capitano di Vascello Dottor Ugo d’Atri, che è entrato nella Marina Militare nel 1973, nel corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera ed ha poi lasciato il servizio attivo nel gennaio 2003 per assumere la presidenza dell’Istituto. Presidente Onorario ne è invece S.A.R. il Principe Vittorio Emanuele di Savoia, legittimo successore di S.M. Vittorio Emanuele II, il Padre della Patria, che per celebrare questi primi 145 anni di attività dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore è rappresentato da suo figlio, S.A.R. il Principe Vittorio Emanuele di Savoia. Da quando il 9 gennaio 1878 morì, il primo Re d’Italia riposa al centro di Roma, proprio al Pantheon. E dopo di lui altri due reali furono tumulati dentro il «tempio di tutti gli dei»: Re Umberto I, secondo Re d’Italia, nel 1900 e sua moglie, la Regina Margherita, nel 1926. Da quel lontano 1878 le varie associazioni di reduci delle Guerre Risorgimentali decisero di prestare un servizio di guardia alla tomba del Padre della Patria, Re Vittorio Emanuele II. Le associazioni confluirono poi in un unico sodalizio, il Comitato Generale dei Veterani 1848-1870, cambiando negli anni due volte il nome prima di arrivare alla denominazione definitiva, nel 1932, di Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon. Oggi l’Istituto conta varie migliaia di soci in tutta Italia, in maggioranza militari, in servizio o in congedo, con una nutrita rappresentanza femminile pari a circa il 20%. Tra i più illustri membri ci sono stati vari Presidenti del Consiglio, includendo Benedetto Cairoli, Giuseppe Saracco, Giovanni Lanza ed Alfonso La Marmora. Negli ideali dell’Istituto vi è un collante costituito dalla devozione verso Casa Savoia, che portò all’unità ed alla grandezza della Patria. Oggi, oltre al servizio di guardia, è importante tramandare le tradizioni storiche, la memoria nazionale, con un riferimento particolare alla storia militare. Una memoria da tramandare in un momento in cui viviamo un Paese distratto dalla propria quotidianità e troppo spesso distolto da quello che è il suo passato. Un passato che unisce Nord e Sud. Spesso ci si dimentica che le perdite maggiori della Prima Guerra Mondiale le hanno avute le regioni del mezzogiorno: centinaia di migliaia di contadini sardi, calabresi, siciliani e campani sono morti per liberare proprio il Nord-Est dagli austriaci e centinaia di migliaia rimasero mutilati. Ora però vi è una compresenza tra passato e futuro. La partecipazione di Emanuele Filiberto di Savoia per celebrare i 145 anni dell’Istituto ne è una conferma, un chiaro segnale di volersi muovere in direzione di un rinnovato slancio nazionale nell’affrontare le sfide globali che pongono sempre più insidie alle nuove generazioni. Lo scopo è quello di promuovere determinati valori legandoli indissolubilmente all’identità ed alla memoria del nostro Paese: vita, pace, famiglia, protezione dei più deboli, guardando al Mondo intero (l’Istituto è rappresentato ed è presente con una delegazione in molti Paesi, arrivando perfino in Sud America) come opportunità e stimolo, premiando le idee nuove e la voglia di fare.