A Tricase l’inaugurazione della mostra La Parsimonia dell’Acqua – 17 agosto

S’inaugura a Tricase,
giovedì 17 agosto, alle ore 20.00
nelle Scuderie di Palazzo Gallone

la prima tappa della mostra itinerante
“La Parsimonia dell’Acqua”
a cura di Cintya Concari e Roberto Marcatti
con Agostino Branca
per AQP Aquedotto Pugliese
e Polo Biblio-museale della Regione Puglia

        “Parsimonia” è parola magica, poco amata e poco usata, una ‘virtù’ che ci aiuterebbe a far riparo, se accolta e resa pratica di vita. Serve oggi, nell’immediatezza di un contemporaneo preda di una voracità tutta volta al presente, senza sguardo, senza visione, muto di fronte ai dettati del dover consumare per sopravvivere, per soddisfare desideri senza più orizzonte. Aver parsimonia significa saper preservare e, quale bene ha oggi più bisogno di tutela, di accuratezza, di sobrietà, di una nuova consapevolezza nell’uso se non l’acqua? Basta spreco, basta dissolutezza nel rapporto con i doni della natura.

        Ed ecco che l’Acquedotto Pugliese smuove gli animi, sostenendo la realizzazione della mostra, “La Parsimonia dell’Acqua”, curata da Cintya Concari e Roberto Marcatti, dell’Associazione no profit H2O – Milano, in collaborazione con il ceramista Agostino Branca.

Una mostra itinerante, dopo l’inaugurazione di giovedì 17 agosto, a Tricase, nelle Scuderie di Palazzo Gallone alle ore 20,00, l’allestimento proseguirà il suo tour: sarà a Bari negli spazi del Palazzo dell’Acquedotto Pugliese, di via Cognetti, per poi proseguire con le altre tappe programmate dal Polo Biblio-museale della Regione Puglia che attivamente partecipa al progetto, con i suoi spazi: la Biblioteca Magna Capitana a Foggia, la Biblioteca Acclavio a Taranto, il Museo Ribezzo a Brindisi e il Museo Castromediano a Lecce. Un’itineranza che svela l’urgenza del “tema acqua” nella nostra contemporaneità e la necessità di divulgarlo e condividerlo con un pubblico quanto più ampio possibile.

La mostra rende omaggio all’annaffiatoio – straordinario alleato nelle pratiche di relazione con la terra, con i coltivi, con la natura – e coinvolge un vero e proprio “popolo” di artisti, ventotto, con diverse provenienze e sensibilità. L’oggetto è uno per tutti: una tradizionale terracotta salentina, ognuno l’ha interpretata secondo il proprio sentire creativo, esaltandone la funzione per sollecitare le Comunità e le persone a riconsiderare il loro rapporto con il “bene” più caro ed essenziale alla vita: l’acqua.