ACCORDO DI PROGRAMMA NTC. SALZEDO (LEGAMBIENTE PUGLIA): “IL CORAGGIO DI DECIDERE PER UNA CORRETTA GESTIONE DELL’AREA E PER FAR PREVALERE IL BENE COMUNE”

“I nuovi sviluppi relativi alla sospensione dell’Accordo di programma per il piano di sviluppo industriale NTC a Nardò potrebbero essere una opportunità, a patto che non manchi il coraggio di decidere, rendendo finalmente possibile un modello che riesca a coniugare tutela ambientale, rispetto delle direttive comunitarie, interesse pubblico, esigenze dei cittadini, sviluppo industriale e appeal turistico. Una sfida complicata, certo, ma non impossibile”.

Così Daniela Salzedo, presidente di Legambiente Puglia, commenta la decisione della Regione Puglia rispetto al progetto di Nardò.   “All’inizio di settembre scorso abbiamo espresso delle perplessità sul progetto nel momento in cui l’Accordo di Programma veniva sottoscritto fra gli altri dalla Regione Puglia e dai sindaci del territorio: ci sono nel progetto elementi che giudichiamo migliorabili e per i quali – prosegue la Salzedo – abbiamo avviato un approfondito studio del progetto, anche confrontandoci con la società proponente e valutato proposte per rafforzare la tutela dell’area e l’interesse pubblico dell’intervento ”.  

“Oggi, con la necessità di approfondimento che traspare dalla decisione del Presidente Emiliano anche in relazione alle indicazioni fornite dalla Commissione Europea, abbiamo l’opportunità di mettere a frutto il nostro lavoro di approfondimento del progetto e la disponibilità dichiarata dall’azienda di proseguire il dialogo. La sfida adesso – conclude la Salzedo – è riuscire a ripensare l’approccio di tutela degli Habitat così come gli studi e le proposte di Legambiente hanno suggerito, rafforzando tutti gli elementi caratteristici di un intervento che coniughi l’interesse pubblico e la vocazione industriale dell’area, ampliando l’impegno di tutela dell’intero sito Natura 2000 e investendo risorse private sul quel territorio che permettano di restituire alla pubblica fruizione un’area tutelata attraverso norme comunitarie ma, al momento, non ancora efficacemente valorizzata e priva di un piano di gestione vigente”.