Analisi d’impatto sull’agricoltura della Puglia di un’eventuale mancata riapprovazione all’uso del glifosate

Frumento duro

Secondo dati Eurostat, nel periodo di riferimento (2015-2020) in Puglia sono stati mediamente dedicati alla coltivazione del frumento duro 346.850 ettari, con una produzione annua totale di 1.038.313 tonnellate, di cui 622.488 si stima prodotte trattandole con glifosate (più della metà). Come emerge chiaramente anche da questi dati, la Puglia è il principale produttore di grano duro di tutta Italia.

Secondo uno studio economico della società di ricerca e consulenza per l’agrifood Areté, l’impatto nella regione di un’eventuale eliminazione del glifosate sulle rese del terreno per la produzione del frumento duro potrebbe variare dal -15% al -25%. La regione subirebbe dunque la maggiore perdita di prodotto in Italia, con una riduzione che si stima compresa tra 94.000 e 156.000 tonnellate di frumento duro (pari – ai prezzi correnti[1] – ad un valore economico tra i 34 e i 56 milioni di Euro) e una produzione totale in discesa, attestata tra 880.000 e 944.000 tonnellate annue.

Per ciò che concerne i costi aggiuntivi per ettaro rispetto alla coltivazione convenzionale con glifosate, questi potrebbero arrivare sino a +48,49 euro/T (+10,4%) per il frumento duro.

Altre coltivazioni

Sempre secondo i dati forniti da Eurostat, la produzione totale media 2015-2020 di frumento tenero ammonta a 39.713 tonnellate, di cui si stima la metà trattate con glifosate. Un eventuale bando della molecola provocherebbe così una diminuzione delle rese del terreno, con una riduzione delle rese stimata tra il 10% e il 20%, portando quindi a una diminuzione tra 2.000 e 4.000 tonnellate (pari – ai prezzi correnti[2] – ad un valore economico tra 0,5 e 1 milione di euro). La produzione di frumento tenero risulterebbe ridimensionata, attestandosi tra le 35.700 e 37.700 tonnellate annue.

Si stima un aumento dei costi di produzione sino a +43,49 euro/T (+11,5%) per questa coltura.

Per quanto riguarda il mais, in Puglia la produzione complessiva è di 5.690 tonnellate (dato medio 2015-2020). Se il glifosate venisse bandito, e nel caso in cui i coltivatori non ne compensassero l’assenza con maggiori interventi irrigui, la produzione regionale subirebbe una riduzione stimata tra le 450 e le 910 tonnellate circa (pari – ai prezzi correnti[3] – ad un valore economico stimabile tra 130 e 260 mila euro), arrivando così a una produzione annuale compresa tra le 4.800 e le 5.200 tonnellate. Si registrerebbe un aumento dei costi di produzione sino a +50,54 Euro/T (+23,4%), aggravando la dipendenza della regione e di tutta l’Italia dalle importazioni, che già oggi rappresentano il 46% del prodotto utilizzato a livello nazionale. Da tenere in conto anche che nel periodo 2016-2020, circa un quarto del mais importato dall’Italia proveniva dall’Ucraina.

In viticoltura, in tutta Italia e anche in Puglia il glifosate è generalmente utilizzato a inizio e fine stagione per gestire le erbe spontanee presenti nel sottofila, cioè nello spazio tra una pianta di vite e l’altra. Da diverso tempo è diventata pratica comune mantenere queste erbe nell’interfila, procedendo con il solo sfalcio. Questa pratica non sempre è consigliabile, in quanto le infestanti possono competere con la vite per l’acqua. Per questa ragione si stima che circa il 50% dei viticoltori italiani si avvalga del glifosate almeno una volta l’anno.

In caso di divieto d’utilizzo di erbicidi contenenti glifosate, le lavorazioni meccaniche sarebbero l’alternativa più utilizzata per la gestione delle malerbe nel sottofila, in quanto ad oggi non sono presenti sul mercato alternative chimiche altrettanto performanti. Ciò comporterebbe un aumento dei costi di produzione e un impatto ambientale a causa di un maggiore uso di carburanti per alimentare tali strumenti.

Dati: report “Implicazioni per gli agricoltori italiani di un bando sul Glyphosate”, Aretè agrifood


[1] Prezzo di 362.5 Euro/t, registrato sulla piazza di Foggia per frumento duro fino (12% di proteine) in data 5 Aprile 2023.

[2] Prezzo di 272.5 Euro/t, registrato sulla piazza di Bologna per frumento tenero nazionale n.3 in data 6 Aprile 2023.

[3] Prezzo di 291.0 Euro/t, registrato sulla piazza di Bologna per granoturco nazionale c.tto 103 in data 6 Aprile 2023.

Il Glifosate

Il glifosate è uno degli erbicidi più usati al mondo e rappresenta circa il 25% del mercato globale di questi prodotti. E’ utilizzato principalmente in agricoltura per combattere le erbe infestanti che contendono alle colture spazio, acqua, sostanze nutritive e luce del sole.

E’ definito diserbante ad “ampio spettro” perché è efficace contro tutti i tipi di infestanti ed è sempre utilizzato in formulati contenenti altre sostanze chimiche.

A differenza di altri prodotti, il glifosate è assorbito attraverso le foglie e poi trasportato nelle altre parti della pianta. Questo conferisce alla sostanza la caratteristica di fondamentale importanza di riuscire a devitalizzare anche gli organi delle erbe infestanti che si trovano sotto terra. Ciò eradica realmente l’infestante e gli impedisce di ricrescere dopo poche settimane.

Impiego del glifosate

In Europa, le principali colture trattate con il glifosate includono:

  • cereali
  • colza
  • barbabietole da zucchero
  • patate
  • vigneti
  • olive
  • agrumi
  • frutta a guscio.

In Italia l’uso del glifosate nella coltivazione dei cereali è consentito dalla normativa vigente solo in fase di pre-semina e in pre-emergenza, cioè per liberare il suolo da erbe infestanti prima che si effettui la semina delle piante da coltivare e garantire a queste ultime la possibilità di crescere senza che altre piante sottraggano loro le sostanze nutritive presenti nel suolo.

I trattamenti pre-raccolta sui cereali non sono consentiti in Italia.

In Italia è vietato l’utilizzo del glifosate per il trattamento del giardino familiare, anche da parte di personale specializzato con abilitazione all’uso degli agrofarmaci.

Agricoltura e ambiente

Il glifosate è largamente impiegato per i suoi vantaggi nella pratica agricola: consente buoni risultati di resa usando la dose minima richiesta, sostituisce le pratiche di lavorazione del terreno, permette di trascorrere meno tempo sul campo, di applicare meno erbicidi e di risparmiare sui costi[1].

Grazie al suo meccanismo di azione e al suo impiego in quantità ridotte, il glifosate comporta un minor consumo di carburanti per il suo trasporto e una riduzione di CO2 prodotta.

Inoltre, rispetto ai metodi di diserbo meccanico, come quello manuale, la zappatura o la sarchiatura, che sollevano terra per eliminare le piante infestanti, l’impiego di glifosate non comporta distruzione di suolo, tutelando così i microrganismi e le sostanze nutritive che lo rendono fertile.

Interazione con l’organismo umano

Il glifosate agisce su un enzima fondamentale per la crescita delle piante. Nell’organismo di esseri umani e mammiferi questo enzima non è invece presente. I principali enti regolatori sanitari in Europa, Stati Uniti, Germania, Canada, Australia, Corea, Nuova Zelanda, Giappone e altrove nel mondo effettuano periodicamente verifiche e studi sul prodotto confermando ogni volta che gli erbicidi a base di glifosate sono sicuri se usati come indicato. I prodotti a base di glifosate tra i più studiati nel settore agricolo.

Il rinnovo dell’autorizzazione alI’uso in UE

E’ attualmente in corso il processo di riapprovazione dell’autorizzazione all’uso del glifosate nell’Unione Europea. Si tratta di una pratica comune a tutti i principi attivi approvati nell’UE, che periodicamente sono sottoposti a rivalutazione.

La UE ha incaricato le autorità regolatorie di Francia, Paesi Bassi, Svezia e Ungheria di valutare il dossier scientifico presentato dal Glyphosate Renewal Group (GRG), un consorzio di aziende che cercano di ottenere il rinnovo dell’uso del principio attivo glifosate.

Il dossier sottoposto comprende circa 1.500 studi scientifici, di cui oltre 100 sono stati eseguiti dopo il 2018. In aggiunta agli studi scientifici, è presente una revisione completa e sistematica di circa 12.000 articoli scientifici pubblicati su testate internazionali sul glifosate, valutati per rilevanza e affidabilità.

Nel giugno 2021 gli esperti di questi quattro paesi, raccolti nel Gruppo di valutazione del  glifosate (AGG), hanno valutato che il glifosate non evidenzi potenziale genotossico, cancerogeno o tossicità riproduttiva e non hanno proposto alcuna modifica della classificazione attuale.

Si veda una sintesi delle conclusioni in allegato. E’ possibile consultare il documento dell’AGG al seguente link:

https://ec.europa.eu/food/system/files/2021-06/pesticides_aas_agg_report_202106.pdf

L’Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA) lo scorso 30 maggio 2022 con una nuova valutazione ha mantenuto l’attuale classificazione del glifosate confermando che la sostanza è sicura per la salute umana e soddisfa i criteri di sicurezza fissati dalla normativa europea.

Al seguente link è possibile accedere a tutte le informazioni e documenti di ECHA sul glifosate:

https://echa.europa.eu/it/hot-topics/glyphosate

Il documento dell’AGG è ora allo studio dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).

Tra settembre e novembre 2021 si è svolta una consultazione pubblica che ha permesso a istituzioni, enti e associazioni di commentare e porre domande sulla valutazione dell’AGG. EFSA e ECHA sono ora al lavoro per analizzare queste segnalazioni e rispondere.

Sulla base del parere di EFSA e ECHA la Commissione europea voterà per autorizzare il rinnovo. Questa votazione, inizialmente prevista per il dicembre 2022, è stata posticipata come risulta dal comunicato stampa di EFSA, consultabile al link sottostante:

https://www.efsa.europa.eu/en/news/glyphosate-efsa-and-echa-update-timelines-assessments

Nella comunicazione di EFSA sono espresse le ragioni di tale scelta, attribuibile principalmente all’elevato numero di domande e commenti ricevuti.

In attesa che EFSA esprima la propria valutazione la Commissione europea ha esteso temporaneamente l’autorizzazione all’uso del glifosate sino al 15 dicembre 2023. E’ possibile consultare il documento ufficiale al seguente link:

https://eur-lex.europa.eu/eli/reg_impl/2022/2364/oj


[1] ” INRAE, “Alternatives au glyphosate en grandes cultures – Evaluation économique”