Il fotografo Pino Musi è ospite a Lecce di ArgentoVivo per una lecture dal titolo “La fotografia, un cantiere aperto” e un successivo incontro/dibattito con il pubblico. Ad accogliere l’evento è il foyer dei Cantieri teatrali Koreja, alle 18.30. Musi presenterà, dialogando con Michele Cera e Samuele Vincenti, le traiettorie portanti della sua fotografia, incrociandole con l’analisi di alcuni libri che sono stati riscontro fondamentale per il suo lavoro.
La fotografia è scelta di come e dove porsi a scrutare il mondo, estensione ideale di ciò che vi è racchiuso. Ma la buona fotografia deve essere anche capace, finalmente, di farci immaginare un altrove. La scelta di Musi è sempre stata quella di costruire un impianto visivo che, evitando ogni tentazione narrativa, rifuggendo l’aneddoto, restituisse, per analogia e per contrasto, innanzitutto la polifonia dello spazio e dei volumi, che è fatta di inconfondibili voci e ancor più di ricorsive consonanze. Ciò che per Musi è importante è l’inquietudine che la fotografia deve rendere evidente, una prospettiva inattesa che si evolve in un itinerario mai concluso di forme. La sua fotografia è un cantiere sempre aperto alla sperimentazione, fa attraversare sottilmente suoni, parole, altre immagini; qualcosa permette lo sviluppo di un pensiero in grado di evolversi costantemente.
Pino Musi Biografia. La ricerca fotografica di Pino Musi ha intersecato molteplici aree d’interesse come l’antropologia, l’architettura, l’archeologia o, ancora, la produzione industriale. L’articolazione del suo lavoro trova il miglior mezzo espressivo nella realizzazione di libri. Sono più di venticinque i volumi pubblicati finora, e varie le esposizioni. Opere dell’autore sono presenti in collezioni private e pubbliche, tra cui la Fondazione Rolla, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, la Fondazione Fotografia di Modena, il FRAC (Fonds régional d’art contemporain) Bretagne, il MAST di Bologna, il Canadian Centre for Architecture di Montrèal.
ArgentoVivo è un collettivo di fotografi salentini attivi da circa un decennio nell’ambito della fotografia documentaria e di reportage, nello specifico sulle trasformazioni dei territori e sulle dinamiche sociali che interessano le comunità, sui riti e sulle tradizioni popolari, con particolare attenzione al rapporto tra individuo e natura. Del 2017 “Cercavo il mare”, un progetto di indagine e ricerca fotografica per la costituzione di un atlante fotografico delle marine della città di Lecce. Dal 2017 al 2019 è stato esplorato il territorio di Frigole, borgo rurale di Lecce conosciuto quasi esclusivamente come località balneare, documentando i cambiamenti e ciò che resta nel territorio dopo gli interventi di riqualificazione iniziati ai primi del Novecento e interrotti alla fine degli anni ’50. Il progetto è confluito in un libro fotografico autoprodotto. Del 2021 il progetto “Transizioni”, le cui attività si sono concluse a maggio 2022 con la pubblicazione “True places never are” e con la mostra omonima, tenuta a Lecce presso l’ex Convitto Palmieri e a Castelfranco Veneto presso la Casa Museo “Giorgione”. Il progetto, realizzato in collaborazione con l’Osservatorio Mobile del Nord-Est (OMNE) e altre associazioni pugliesi (LAB di Bari, FAC di Lecce), ha inteso avviare un osservatorio permanente sulla fotografia e sul paesaggio. In corso il progetto “Arneo. Memorie e transizioni” che si muove sulla strada delle lotte d’Arneo e sui cambiamenti del paesaggio derivati dalle vicende storiche.