Bari – Oltre il visibile, visioni, progetti e alleanze, oggi l’incontro di condivisione delle strategie per affrontare le vulnerabilità dell’infanzia e dell’adolescenza

Si è tenuto oggi, nella sala consiliare di Palazzo di Città, “Oltre il visibile: visioni, progetti e alleanze”, l’incontro di condivisione delle strategie per far fronte alle vulnerabilità dell’infanzia e dell’adolescenza, promosso dal Tutore civico per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del Comune di Bari Silvana Calaprice.

Nel corso dell’incontro famiglie, ragazze e ragazzi hanno raccontato le loro esperienze e vari rappresentanti istituzionali si sono impegnati a trovare alleanze e strategie per fronteggiare le sempre più complesse vulnerabilità che riguardano queste fasce d’età.

La giornata ha visto la partecipazione del Forum delle associazioni familiari Puglia, dell’Ordine degli assistenti sociali, dell’Ordine degli avvocati, della sezione minori della Questura di Bari, della Neuropsichiatria infantile dell’Asl Bari, dei rappresentanti della Consulta provinciale degli studenti e dei coordinatori dei Centri Servizi per le famiglie comunali.

A portare i saluti istituzionali il presidente del Consiglio comunale Michelangelo Cavone, l’assessora al Welfare Francesca Bottalico, l’assessora alle Politiche educative e giovanili Paola Romano, il consigliere delegato all’Istruzione della Città metropolitana di Bari Marco Bronzini e il Garante regionale dei diritti del minore Ludovico Abbaticchio.

“Grazie per essere venuti qui e aver risposto all’appello di Silvana Calaprice, eletta all’unanimità dal Consiglio comunale lo scorso aprile per la sua alta professionalità e le sue doti umane – ha esordito Michelangelo Cavone -. La città di Bari in questi anni è cresciuta molto, esiste una rete solida di servizi sociali e di politiche educative e giovanili ma la ragione per cui siamo qui oggi è che dobbiamo provare ad andare oltre, per elaborare nuove azioni, sollecitate anche dai fatti di cronaca che sono sotto gli occhi di tutti. Tutti abbiamo la responsabilità di immaginare un nuovo modo per affrontare i bisogni e le necessità che sono drammaticamente emersi. Vorremmo farlo stringendo un’alleanza, un patto interistituzionale che opererà attraverso un confronto costante tra le istituzioni, ciascuna con le proprie competenze e responsabilità: l’Asl, il Tribunale, gli ordini professionali, le Forze dell’ordine, i centri famiglia, la scuola. Siamo qui per avviare un nuovo processo da costruire insieme”.

“L’incontro di oggi nasce dall’esigenza di cambiare il modo di leggere le esperienze educative perché esiste una nuova cartografia delle relazioni educative – ha detto Silvana Calaprice -. Nella nostra città non occorrono nuovi servizi, il welfare e le politiche educative svolgono la loro funzione nel miglior modo possibile. Partiremo invece dai servizi esistenti riorganizzandoli intorno al nucleo centrale delle comunità territoriali, capaci di autonomia, responsabilità, forza rigenerativa, investendo nel capitale umano e sociale che esse producono. Il nostro punto di partenza sarà rappresentato dalla famiglia e dai Centri servizi per le famiglie già esistenti sul territorio comunale a cui affiancare il Forum per le famiglie, la scuola attraverso la Consulta provinciale degli studenti, gli insegnanti, i dirigenti, la neuropsichiatria infantile dell’Asl, l’Ordine degli avvocati, gli psicologi, la questura. Insieme costituiremo un tavolo per la gestione dei casi complessi di minori in situazione di forte vulnerabilità, per elaborare e produrre una strategia condivisa con l’obiettivo di facilitare azioni di coordinamento, intese, accordi e protocolli, individuare priorità da seguire per potenziare e sviluppare un approccio orientato all’individuazione di un maggiore coinvolgimento delle famiglie, anche attraverso la riqualificazione delle competenze genitoriali”.

“Sono particolarmente contenta che siano presenti tanti educatori ed educatrici, assistenti sociali, famiglie, ragazzi e ragazze, volontari, istituzioni in questo luogo che ha un significato di costruzione e monitoraggio di politiche rivolte alla collettività – ha detto Francesca Bottalico -. Molti dei partecipanti sono figure con cui quotidianamente ci incontriamo, costruiamo, incrociamo visioni e risorse. I Centri servizi per le famiglie sono luoghi di ricerca, laboratori territoriali che spesso nascono nelle periferie esistenziali e fisiche della città dove abbiamo sperimentato la presa in carico multidisciplinare e integrata. Attualmente sono oltre 171 milioni i fondi che destiniamo alle politiche sociali: un investimento ingente che in dieci anni ci ha permesso di quadruplicare i servizi, le procedure e le innovazioni sociali e di costruire un modello efficace di welfare di comunità, riconosciuto a livello nazionale. Siamo però consapevoli di essere chiamati a uno sforzo maggiore per affrontare questo momento di crisi e cambiamento delle relazioni sociali”.

“I temi dell’infanzia e dell’adolescenza sono al centro delle politiche di questa amministrazione – ha continuato Paola Romano -: siamo la prima città per gli investimenti PNRR destinati agli asili nido e proprio oggi dobbiamo consegnare al ministero tutta la documentazione per raggiungere l’obiettivo europeo di dare almeno a un bambino su tre un posto nei nidi. Sappiamo che nella fascia 0-6 si crea la parte più importante dell’uomo; James Heckman ci dice, grazie ai suoi studi ventennali, che investire nell’educazione di qualità per la prima infanzia produce benefici sociali ed economici per la società e genera adulti più autonomi e capaci di impegnarsi nella vita in modo attivo e collaborativo. Per questo vogliamo raccontare la storia di un altro Sud che intende raggiungere gli standard europei, consapevole che, in una realtà sempre più complessa, occorre mettere in campo politiche innovative in risposta al cambiamento in atto”.

“Il tema più importante di questa giornata è quello delle alleanze – ha concluso Ludovico Abbaticchio -. Mai come in questo momento, in Puglia come in Italia, c’è bisogno di una grande alleanza istituzionale ma soprattutto c’è bisogno di nuove leggi che aprano a un cambio di passo nelle politiche per la salute minorile intesa come benessere sociale. Occorre una grande alleanza sul tema dell’aiuto alle persone più fragili, 6 milioni in Italia sono nella fascia della povertà assoluta e, di questi, quasi 1 milione e 800 sono minori. Occorre avviare un percorso che lavori sulla politica della fragilità genitoriale, dell’educazione civica nelle scuole, investendo sugli enti locali in progettualità nuove. Ognuno di noi ha una responsabilità di impegno civile, istituzionale e politico per quanto attiene all’investimento sui minori attraverso finanziamenti ad hoc e l’impiego di professionalità capaci di esprimere politiche che guardino al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza come al progetto centrale per il futuro del Paese”.