Roma, 3 marzo 2023 – Aumentano nel 2023 i terreni seminati con grano tenero (+6,2%), diminuiscono invece le superfici coltivate con grano duro (-1,6%), ma a preoccupare è la mancanza di acqua che potrebbe danneggiare la produzione in questi mesi cruciali.
È questo il primo quadro della situazione tracciato da CAI – Consorzi Agrari d’Italia in base alle stime previsionali del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, su dati Istat, sulle semine di cereali autunno-vernini.
I primi dati previsionali sulle semine di grano tenero parlano di 572.175 ettari complessivi con un aumento del 6,2%, pari a 33.404 ettari in più rispetto allo scorso anno.
Segni positivi per tutte le aree: +8,4% nel Nord Ovest con 144.183 ettari coltivati, +7% nel Nord Est con 270.266 ettari, +1,1% nel Centro (88.873 ettari) e +5,5% nel Sud e nelle Isole con 68.860 ettari.
Le stime sulle semine di grano duro segnalano invece 1.218.151 ettari, con una riduzione di 19.807 ettari rispetto al 2022 (-1,6%).
A pesare, in particolare, il calo di 28.942 ettari (-3,2%) nel Sud e nelle Isole (875.491 ettari rispetto a 904.433 del 2022).
Aumentano invece le superfici seminate al Nord e al Centro: 1.910 ettari in più nel Nord Ovest (+11,2%), 3.947 ettari in più del Nord Est (+3,8%), 2.551 ettari in più nel Centro Italia (+1,2%).
Secondo Consorzi Agrari d’Italia il calo della superficie a grano duro previsto per il 2023 potrebbe essere provvisorio perchè dovuto in questa fase al mancato inserimento dei dati completi del Sud Italia, che in diverse aree ha protratto il periodo di semina fino a fine febbraio.
In lieve rialzo (+0,2%) le previsioni per l’orzo che interesserà 268.499 ettari.
In crescita gli investimenti nel Nord Ovest (+21,8%), bene anche il Nord Est che si ferma al+1,8%. Su terreno negativo Centro (-1,2%) e Sud e Isole (-8,5%). Se i dati sulle semine, soprattutto di grano tenero, possono considerarsi positivi, a preoccupare Consorzi Agrari d’Italia è la mancanza di acqua ed il lungo periodo di siccità nelle aree più vocate alla cerealicoltura che potrebbero causare problemi alla produzione.