Il consulente di marketing strategico e imprenditore riflette sulle nuove regole imposte da Instagram per i teenager e sottolinea l’importanza del ruolo delle famiglie nell’educare all’uso consapevole della tecnologia.
“A tavola in silenzio con gli smartphone? È tempo di intervenire”
“La tecnologia è ormai parte integrante della vita familiare, un dato innegabile. Tuttavia, non si può accettare che, seduti a tavola, ci si isoli dietro gli schermi degli smartphone, ignorando il dialogo. Serve ascolto, interazione, sostegno e regole chiare.” È questo il cuore della riflessione di Marco Divenuto, imprenditore ed esperto di comunicazione digitale, che pone l’accento su una strategia genitoriale essenziale per guidare i figli nel mondo complesso dei social media.
Il rapporto tra digitale e adolescenti è infatti sempre più delicato: ragazzi sempre più giovani navigano sui social network, spesso passivamente, scorrendo post e contenuti senza realmente interagire. E per di più, molti di loro non dovrebbero nemmeno essere iscritti ai social per via delle restrizioni d’età, ma sono presenti e attivi.
A rispondere alla necessità di regolare e tutelare i minori è Meta, che ha introdotto su Instagram i nuovi “Account per Teenager”, pensati appunto per i minorenni. Si tratta di restrizioni e tutele molto più rigide, tutte obbligatorie e non modificabili senza l’intervento di un adulto.
“Queste limitazioni – commenta Divenuto, consulente di marketing strategico con oltre 25 anni di esperienza nel settore – sono la conferma che i social network non sono adatti agli adolescenti più giovani. Sono vulnerabili e necessitano di tutele e protezioni, perché le loro competenze critiche e sociali sono ancora in fase di sviluppo. I genitori si trovano di fronte a una piazza virtuale in cui tutti si incontrano e interagiscono. Questo scenario complesso richiede un approccio chiaro e consapevole.”
Per Marco Divenuto, specialista della comunicazione digitale, la società attuale tende a giustificare l’uso pervasivo dei social media in ogni momento della vita quotidiana. “Mia figlia – spiega – usa il cellulare durante il pranzo perché vuole svagarsi, io faccio lo stesso perché è parte del mio lavoro. In un certo senso, tutti ci sentiamo giustificati a rimanere connessi. Tuttavia, per educare i figli dobbiamo prima riflettere sui nostri comportamenti.”
“Se chiediamo ai nostri figli di posare il telefono, dobbiamo essere i primi a farlo. È essenziale dare l’esempio e mostrarsi come un modello positivo”, continua Divenuto. La questione del “parenting digitale” non riguarda solo l’imporre regole, ma anche il ruolo dei genitori come regolatori dell’uso della tecnologia e come esempi virtuosi. Questo, secondo l’imprenditore pugliese, è un passaggio cruciale per prevenire l’iperconnessione e l’uso smodato di internet tra i più giovani.
Divenuto riflette anche sul cambiamento sociale che ha colpito le famiglie: “Faccio parte di quella generazione che ha conosciuto il piacere del dialogo a tavola, durante un pranzo o una cena. Oggi, quel momento di scambio sta scomparendo in molte famiglie, e questo rappresenta una perdita significativa.”
Pensando al futuro, Marco Divenuto immagina un mondo sempre più connesso, in cui i membri di una famiglia, seduti attorno allo stesso tavolo, si scambiano messaggi e foto attraverso i social, invece di parlare faccia a faccia. “Dovrei ipotizzare un futuro in cui a quella famosa tavola ci siano persone che dialogano della loro vita per mezzo dei social. Spero che le nuove misure introdotte da Meta possano aiutare a mitigare questo scenario e, soprattutto, che contribuiscano a costruire un rapporto più interattivo e sano tra i genitori e i figli.”