Lecce – SCIOPERO DEI SETTORI PRIVATI, CGIL E UIL DETTANO LE PRIORITÀ: “AZZERARE MORTI SUL LAVORO E PRECARIETÀ”

A Lecce grande partecipazione al presidio davanti alla Prefettura

Giovedì 11 aprile 2024 – Anche a Lecce buona l’adesione allo sciopero promosso nella giornata di oggi da Cgil e Uil per chiedere migliori politiche e interventi in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, una giusta riforma fiscale e un nuovo modello sociale di impresa.

Lo sciopero ha coinvolto tutti i settori privati (4 ore per Metalmeccanici, Trasporti, Acqua, Luce e Gas, Poste e Telecomunicazioni, Sanità privata) e il comparto dell’edilizia (8 ore). 

Nel corso della mattinata sono stati organizzati presidi e manifestazioni in tutti i capoluoghi. A Lecce numerosi lavoratori e lavoratrici dei vari comparti coinvolti si sono ritrovati davanti al palazzo della Prefettura, in viale XXV Luglio, per far sentire la loro voce tra bandiere e striscioni “Zero morti sul lavoro”. I rappresentanti sindacali sono stati poi ricevuti in prefettura dove hanno consegnato un documento con le motivazioni della mobilitazione.

“I lavoratori e le lavoratrici sono scesi con noi in piazza per rivendicare innanzitutto il diritto a un lavoro sicuro, per dire basta alle stragi sul lavoro, peraltro in ore di rinnovato sconforto e rabbia dopo l’esplosione nella centrale idroelettrica Enel del lago di Suviana sull’Appennino bolognese, dove si contano altri morti e altri feriti, e all’indomani dell’ennesima morte di un operaio registrata a Taranto in un cantiere stradale. Vogliamo azzerare le morti sul lavoro, che sono anche figlie della precarietà e dell’incertezza, è una strage che va fermata con ogni mezzo”, dichiarano la Segretaria generale della Cgil di Lecce, Valentina Fragassi e il Coordinatore territoriale della Uil di Lecce, Mauro Fioretti. “Le nostre istanze – proseguono – puntano anche a una nuova e più giusta riforma fiscale, che combatta l’evasione invece di introdurre nuove sanatorie, tassi gli extraprofitti delle grandi aziende e riduca la pressione fiscale sui pensionati. Occorre rimettere al centro delle politiche del governo e delle imprese il valore del lavoro, a partire dal rinnovo del contratti nazionali e da una legge sulla rappresentanza. E poi, la centralità della salute della persona, la qualità di un’occupazione stabile e non precaria, una seria riforma delle pensioni, il rilancio degli investimenti pubblici e privati per riconvertire e innovare il nostro sistema produttivo e puntare alla piena e buona occupazione a partire dal Mezzogiorno”.