Lecce – VERTENZA MINERMIX, OGGI SCIOPERO E PRESIDIO DEI LAVORATORI DAVANTI ALLO STABILIMENTO DI GALATINA

Il 6 febbraio nuovo incontro della task force regionale. I rappresentanti sindacali di Fillea Cgil, Filca Cisl e FenealUil di Lecce chiedono garanzie per la salvaguardia dei posti di lavoro

Lecce, 2 febbraio 2023 – Sciopero e sit-in dei lavoratori della Minermix, questa mattina, davanti alla sede dello stabilimento di Galatina. Al loro fianco i rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria Fillea-Cgil, Filca-Cisl e FenealUil Lecce, che già nei giorni scorsi avevano proclamato lo stato di agitazione del personale e annunciato azioni di protesta contro la procedura di licenziamento collettivo decisa dall’azienda di calce e derivati, il cui principale committente è l’ex Ilva di Taranto, oggi Acciaierie d’Italia. Hanno sostenuto la protesta anche la segretaria generale della Cgil Lecce, Valentina Fragassi, la segretaria generale della Cisl Lecce, Ada Chirizzi e il coordinatore territoriale della Uil Lecce, Mauro Fioretti.

In vista del nuovo incontro della task force regionale, convocato per il prossimo 6 febbraio, i sindacati chiedono garanzie per la salvaguardia dei posti di lavoro e invitano i vertici aziendali a rivedere la propria posizione.

“Ribadiamo il nostro secco ‘no’ alla decisione di chiudere l’attività e mandare a casa i lavoratori perché altre soluzioni sono possibili”, dichiarano i Segretari provinciali Luca Toma (Fillea), Raimondo Zacheo (Filca) e Paola Esposito (FenalUil). “Gli investimenti che il Governo ha previsto per il colosso siderurgico di Taranto consentiranno di far ripartire anche l’indotto nel corso dell’anno, per cui non capiamo le ragioni di questa scelta di questa fuga improvvisa. Continueremo con lo stato di agitazione del personale, oggi abbiamo previsto il blocco dell’attività lavorativa per tutti i turni ed organizzato un sit-in di protesta. Auspichiamo che si arrivi a un accordo-ponte per il ricorso agli ammortizzatori sociali, ma solo per il tempo strettamente necessario a contenere questa fase di crisi aziendale, perché con l’impennata dei costi dell’energia e delle materie prime, non possiamo gravare ulteriormente su queste famiglie. Le Istituzioni siano al nostro fianco – concludono – e ci aiutino a trovare una soluzione che possa garantire il futuro di queste 59 famiglie”.