SINDACATI PRONTI A SCENDERE IN PIAZZA:
“NO AL LICENZIAMENTO COLLETTIVO, POSSIBILI ALTRE SOLUZIONI”
La decisione è stata comunicata ieri ai vertici aziendali dai rappresentanti di Fillea Cgil, Filca Cisl e FenealUil di Lecce a seguito dell’assemblea dei lavoratori nello stabilimento di Galatina
Lecce, 28 gennaio 2023 – Sindacati pronti a scendere in piazza per salvare il futuro dei 59 dipendenti della Minermix, azienda di calce e derivati che ha sedi a Galatina e Fasano.
Ieri pomeriggio, a seguito dell’assemblea dei lavoratori che si è svolta nello stabilimento di Galatina, le organizzazioni sindacali Fillea Cgil, Filca Cisl e FenealUil di Lecce hanno proclamato lo stato di agitazione dei dipendenti, per i quali l’azienda ha avviato nei giorni scorsi la procedura di licenziamento collettivo e richiesto gli ammortizzatori sociali per cessazione dell’attività.
Una decisione necessaria, secondo i vertici aziendali, dovuta alla crisi del principale committente della Minermix, l’ex Ilva di Taranto (oggi Acciaierie d’Italia), ma che per i sindacati “non trova riscontro”.
“La decisione di chiudere l’attività a nostro avviso non è giustificabile – ribadiscono i Segretari provinciali Simona Cancelli (Fillea), Raimondo Zacheo (Filca) e Paola Esposito (FenalUil) – alla luce degli investimenti che il Governo ha previsto per il colosso siderurgico di Taranto, risorse che consentiranno di far ripartire anche l’indotto nel corso dell’anno. Non è accettabile, pertanto, questa improvvisa fuga dal mercato imprenditoriale di un’azienda che si trova nella possibilità di proseguire l’attività, se pur in regimi ridotti rispetto al passato, mettendo a rischio il futuro di circa 60 dipendenti e delle loro famiglie”.
Il 24 gennaio scorso la vertenza è approdata a Bari, sul tavolo della task force regionale. “Abbiamo chiesto che l’azienda riveda le sue posizioni – sottolineano i rappresentanti di Fillea, Filca e FenealUil di Lecce – e che si arrivi a un accordo-ponte per il ricorso agli ammortizzatori sociali, ma solo per il tempo strettamente necessario a contenere questa fase di crisi aziendale. In attesa del prossimo incontro del 6 febbraio – annunciano – saranno organizzate iniziative e manifestazioni di protesta, coinvolgeremo i massimi livelli istituzionali per salvaguardare il futuro di questi lavoratori”.