L’azienda sanitaria mette a disposizione i suoi operatori con corsi di formazione specifici per associazioni di categoria, esercizi commerciali, liberi professionisti, scuole e associazioni di volontariato
Bari, 15 febbraio 2023 – I casi di persone con autismo sono in aumento. In provincia di Bari sono almeno 2mila i minori con problematiche legate a questa condizione. Eppure il disturbo dello spettro autistico è ancora sottostimato e difficilmente diagnosticabile e spesso si creano situazioni di disagio per pazienti e famigliari. Da qui la necessità di una chiara informazione e una specifica formazione della comunità che possa migliorare la qualità della vita sociale delle persone con problematiche legate all’autismo. Obiettivo, questo, condiviso dalla ASL di Bari e dal Comune di Ruvo di Puglia che questa mattina, hanno sottoscritto un protocollo di intesa “Ruvo, città amica dell’Autismo”.
Alla firma, nell’Auditorium “Arcobaleno”, presso l’ex CTO, sono intervenuti il direttore generale della ASL, Antonio Sanguedolce, il sindaco di Ruvo di Puglia, Pasquale Chieco, la consigliera comunale di Ruvo di Puglia Emanuela Caifasso,il direttore del Dipartimento Medicina dell’Età evolutiva, Mariano Manzionna, il direttore della Neuropsichiatria della Infanzia e dell’Adolescenza, Vito Lozito, il dottor Tommaso Tota, referente Npia a Ruvo di Puglia e la presidente dell’Associazione Con.Te.Sto. Raffaella Caifasso.
“La ASL – ha detto il direttore generale ASL, Antonio Sanguedolce – metterà a disposizione i propri professionisti, quindi psichiatri, neuropsichiatri, psicologici, educatori e assistenti sociali per istituire corsi di formazione specifici sull’autismo, destinati ad associazioni di categoria, agli esercizi commerciali, ai liberi professionisti, ma anche alle scuole e alle associazioni di volontariato”.
Dopo la buona pratica attivata lo scorso anno ad Altamura, che rientra nella rete delle Città amiche dell’Autismo, l’azienda sanitaria, attraverso i servizi competenti, si impegna a promuovere anche nel comune di Ruvo, attività finalizzate alla diffusione del progetto e a organizzare corsi di formazione rivolti alle famiglie, agli insegnanti, agli addetti ai servizi socio educativi, così come a imprenditori e commercianti e liberi professionisti.
“La nostra attenzione particolare verso i nostri concittadini autistici – ha detto il sindaco di Ruvo di Puglia Pasquale Chieco – viene da lontano: anche in occasione del lockdown siamo stati tra i primi comuni a mettere in campo provvedimenti espressamente dedicati ai minori autistici e alle loro famiglie. Siamo al lavoro per fare di Ruvo di Puglia una città accogliente e inclusiva per tutte e tutti, una città in cui ognuno possa, con le sue abilità e con la sua personale biografia, partecipare alla vita della comunità.
A Ruvo oggi sono circa 50 i minori autistici; a questi va aggiunto, con problematiche e necessità completamente diverse, anche un nutrito gruppo di adulti.
Questo protocollo e le altre attività in programma per fare di Ruvo di Puglia una “Città amica dell’autismo” hanno l’obiettivo di rimuovere gli ostacoli che spesso portano questi nostri concittadini e le loro famiglie all’isolamento costruendo anche per loro la possibilità di una vita serena.”
“Attraverso la firma di questa convenzione – ha detto Emanuela Caifasso, tra le promotrici del progetto – potremo proseguire in modo sempre più convinto e con strumenti ancora migliori il nostro percorso fatto di servizi nuovi e di esperienze, ma anche e soprattutto di quella attività di sensibilizzazione che per noi è essenziale.
Grazie alla formazione che attiveremo con la ASL entreremo nelle scuole, negli uffici pubblici e, speriamo, nelle coscienze di tutti coloro che vorranno condividere il nostro impegno; perché solo una conoscenza e una consapevolezza diffuse possono consentire a ogni persona autistica di vivere il territorio senza compassione e pregiudizio e al riparo da bullismo e prepotenza.”
Nel progetto saranno parte attiva il Dipartimento di Medicina della Età Evolutiva, la Unità operativa complessa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza e il Dipartimento di Salute mentale. Fare formazione e informazione contribuisce a rendere l’autismo, non tanto come disabilità ma come risorsa sociale e lavorativa.
“Questo progetto – dichiara il dottor Tommaso Tota, referente Npia a Ruvo di Puglia – scaturisce dalla consapevolezza da parte dei genitori con figli con lo spettro autistico e degli operatori della Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza, che la persona autistica di per sé non rifiuta la relazione con l’altro, ma ha bisogno che l’altro si adatti enormemente a lui, diversamente per la persona autistica quella relazione è troppo frustrante. Inoltre – aggiunge il dottor Tota – tale protocollo rientra nella finalità a lungo termine del progetto di intervento per le persone autistiche che è quello di favorire l’adattamento della persona autistica al suo ambiente di vita, il migliore possibile in rapporto alle specifiche caratteristiche del suo essere autistico.”
Il Comune di Ruvo si impegna a produrre ogni attività e/o iniziativa che possa consentire alla città di accogliere in modo appropriato le persone con questa problematica e rendere fruibili a tutte e a tutti le risorse, i servizi e i luoghi della città mediante una attività di coordinamento con la ASL.
Quattro le fasi del progetto: istituzione di una rete di esercizi commerciali, istituzioni pubbliche e private, in cui si adottano misure che favoriscono e semplificano la fruizione dei servizi e l’accoglienza delle persone con spettro autistico; realizzazione di un percorso formativo mirato a dotare il personale di esercizi commerciali, servizi e altre attività di misure minime di adeguamento degli spazi fisici delle attività di esigenze speciali delle persone con spettro autistico; creazione di un kit con logo e vademecum da esporre fuori dalle attività con i comportamenti corretti da seguire che sarà consegnato a tutti coloro che aderiscono al progetto come testimonianza di accoglienza consapevole e preparata. Infine attivazione di una mappa di Ruvo che evidenzi e identifichi i servizi e i luoghi dove è possibile garantire una accoglienza più appropriata alle persone con questa disabilità.