
IGNOTI ALLA CITTÀ 2025
Mediterraneo, sguardi e storie di diritti e resistenza
Torna la storica rassegna indipendente di Camera a Sud, dedicata al documentario come strumento di indagine civile. Incontri, masterclass e proiezioni incentrati su voci e storie di chi attraversa le frontiere del Mare Nostrum. Con diversi ospiti prestigiosi.
21-23 novembre 2025
Palazzo Roberti – Mola di Bari

Tre giorni per guardare il Mediterraneo non come un confine, ma come una mappa viva di conflitti, memorie e resistenze. È questo il filo conduttore dell’edizione 2025 di «Ignoti alla Città», lo storico progetto indipendente – e intitolato a Cecilia Mangini – organizzato dalla società cooperativa Camera a Sud, con il sostegno della Regione Puglia nell’ambito dell’Avviso pubblico 2025 Art. 8, L.R. 12/2005. Da oltre vent’anni la rassegna fa del documentario uno strumento di indagine civile, racconto dei margini e sguardo critico sul presente.
Da venerdì 21 a domenica 23 novembre, nella sala conferenze di Palazzo Roberti a Mola di Bari, il tema al centro di questa edizione sarà “Mediterraneo, sguardi e storie di diritti e resistenza”: si svolgeranno incontri, masterclass e proiezioni che mettono al centro le voci e le storie di chi attraversa – o guarda da vicino – le frontiere visibili e invisibili del mare nostrum. Un osservatorio libero e necessario sui tempi moderni: un luogo in cui immagini e parole restituiscono dignità ai volti dimenticati, alle rotte interrotte e ai gesti di resilienza che attraversano il mare comune. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero.

Ad aprire il programma, venerdì 21 novembre alle 18.30, sarà la giornata intitolata “Mediterraneo taciuto”, con un dialogo inaugurale tra l’attivista bosniaca Ajna Jusić, fondatrice dell’associazione Forgotten Children of War, e Tamara Cvetković, coordinatrice dell’Area Balcani per ISCOS – cooperazione internazionale (Istituto Sindacale per la Cooperazione allo Sviluppo), introdotte dalla giornalista Laura Silvia Battaglia.

Al centro, il tema dei figli nati da violenze sessuali in guerra e la battaglia per il diritto all’identità e al riconoscimento. A seguire, alle 20, la proiezione di “My Father’s Diaries” (2024) di Ado Hasanović, che attraverso i filmati girati dal padre a Srebrenica ricostruisce la memoria intima e collettiva del genocidio. Lo stesso Hasanović dialogherà con il regista e fotografo Savino Carbone, autore della mostra “Dove c’era l’argento nascono fiori bianchi”, visitabile per l’intera durata della rassegna: un percorso visivo sulle ferite ancora aperte dei Balcani, tra negazionismi e ritorni della retorica etnica.

Sabato 22 novembre la giornata sarà dedicata al tema “Viaggiare il Mediterraneo”. Alle 17, la giornalista Laura Silvia Battaglia terrà una masterclass sull’etica del racconto nelle aree di crisi, dall’Iraq allo Yemen, fino al corpo femminile come spazio politico e simbolico, e al mare come frattura e cura. Alle 19.30, spazio alla proiezione-spettacolo “1.200.000 passi. In viaggio con Paolo Rumiz” (2024) di Alessandro Scillitani: le immagini del documentario sono accompagnate dalla voce narrante, dal canto e dalla colonna sonora originale dello stesso Scillitani, eseguita dal vivo dal pianista Marco Macchi. Un film che intreccia cammini lenti e narrazione civile, tra montagne, fiumi e mari, nella ricerca di un’Europa possibile attraverso le sue memorie più fragili. Seguirà un breve incontro e dibattito con il regista.
La giornata conclusiva, domenica 23 novembre, si apre alle 16 con la masterclass di Alessandro Scillitani, dedicata alla regia e al montaggio del reale, ai paesaggi sonori e all’uso degli archivi come strumenti di racconto. Seguiranno, dalle 18, le proiezioni dei documentari “Acqua in bocca” (2025) di Dora Farina e Marianna Donadio (finaliste Premio Morrione 2025), inchiesta sulle politiche idriche nei territori palestinesi, e “A Gaza Story: All That’s Left to Me” (2023) di Mariella Bussolati, che restituisce la voce dei giovani di Gaza attraverso una riscrittura teatrale dell’Odissea. A dialogare con le autrici sarà il giornalista e co-founder di “Camera a Sud” Gianluca Sciannameo, per un confronto sui diritti e le vite sospese sulle sponde del Mediterraneo.
Il programma aggiornato è disponibile su ignotiallacitta.it.
Informazioni: 345.269.91.39 – info@cooperativacameraasud.it
Sinossi film / masterclass / bio ospiti
Ajna Jusić
Ajna Jusić è un’attivista, ricercatrice e attivista per i diritti umani impegnata a promuovere giustizia, uguaglianza e cambiamento sociale. Il suo lavoro si concentra sull’amplificare le voci dei gruppi marginalizzati, in particolare dei figli nati dalla guerra, delle sopravvissute e dei sopravvissuti a violenza sessuale e dei giovani a rischio. Attraverso advocacy, ricerca e piattaforme creative, combatte lo stigma, promuove riforme legislative e apre percorsi di dignità e riconoscimento.
Con una formazione in psicologia e una vasta esperienza nel public speaking, nell’advocacy istituzionale e nel dialogo interculturale, Ajna unisce i mondi dell’attivismo, dell’accademia e dell’arte. Ha co-creato mostre, performance e campagne che rompono il silenzio sulle eredità dei conflitti, trasformando testimonianze personali in strumenti di educazione, empatia e cambiamento sistemico.
Riconosciuta a livello internazionale con premi per coraggio, costruzione della pace e diritti umani, ha contribuito a iniziative globali sulla giustizia transizionale, l’uguaglianza di genere e la protezione delle comunità vulnerabili. La sua missione nasce dalla resilienza ed è alimentata dalla convinzione che ogni persona meriti di essere vista, ascoltata e messa in condizione di avere potere. Ajna continua a spingersi oltre i confini, promuovendo società fondate su giustizia e compassione e ispirando una nuova generazione a trasformare il dolore in progresso e il silenzio in azione.
Tamara Cvetković
Tamara Cvetković è una costruttrice di pace di origine bosniaco-erzegovese. Si è laureata in Pedagogia come insegnante di scuola primaria e possiede due titoli di Master: uno in Letteratura (Bosnia ed Erzegovina) e un altro in Diritti Umani e Risoluzione dei Conflitti presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (Italia).
Con oltre 20 anni di esperienza nell’educazione non formale, nel lavoro giovanile e nel settore delle ONG nei Balcani, in Europa, Asia e Africa, Tamara è anche consulente giovanile certificata in Bosnia ed Erzegovina. Nel 2017 è stata nominata per il Premio per la Pace in Bosnia ed Erzegovina.
È una formatrice esperta a livello nazionale, regionale e internazionale. I suoi ambiti di competenza comprendono il lavoro giovanile, l’educazione non formale, i diritti delle donne e la parità di genere, i diritti umani, la prevenzione del genocidio, il lavoro con gruppi emarginati, la cooperazione internazionale e le migrazioni.
Tamara ha contribuito alla redazione del Toolkit on United Nations Security Council Resolution 2250 on Youth, Peace and Security (UNOY, 2018). È stata Presidente di YEU International fino a giugno 2025.
Attualmente lavora tra Bologna e Reggio Emilia, in Italia, per Iscos Emilia-Romagna e Anteas Emilia-Romagna, con sede a Bologna.
Laura Silvia Battaglia al-Jalal
Giornalista freelance e documentarista, lavora come reporter in aree di crisi dal 2007 ed è conduttrice e autrice per Rai Radio 3. Specializzata in Medio Oriente, con particolare focus su Iraq e Yemen, ha lavorato come corrispondente da Sanaa (Yemen) per l’agenzia video-giornalistica americano-libanese Transterra Media, e collabora con l’agenzia turca TRTWorld, il servizio pubblico svizzero (RSI), The Washington Post, Al Jazeera English&Arabic, Al Araby al Jadeed, Index on Censorship, The Fair Observer, Guernica Magazine, The Week India. Per i media italiani collabora stabilmente con quotidiani, network radiofonici, televisioni, periodici e siti web. Ha girato, autoprodotto e distribuito dieci documentari, tra i quali Yemen, nonostante la guerra, prodotto da Rai Doc, ZDF e AJA, uno spaccato sulla vita dei civili yemeniti in guerra. Ha vinto i premi Luchetta, Siani, Cutuli, Megalizzi, Anello Debole, e Giornalisti del Mediterraneo. Dal 2007 insegna in diverse istituzioni italiane ed europee, compreso l’Istituto Reuters all’Università di Oxford, e dirige il Master in Giornalismo dell’Università Cattolica di Milano.
Ha scritto l’e-book Lettere da Guantanamo (Il Reportage, dicembre 2016/Castelvecchi 2021) e, insieme a Paola Cannatella, il graphic novel La sposa yemenita (Becco Giallo, gennaio 2017), tradotto in quattro lingue.
Film – My Father’s Diaries (2024) di Ado Hasanović
È l’agosto del 1993 quando Bekir Hasanović scambia una moneta d’oro per la videocamera con cui, da quel momento, filmerà la vita di ogni giorno a Srebrenica. Le immagini che registra nei giorni della guerra con la sua troupe improvvisata – formata da Ben, John & Boys – danno vita al ritratto inaspettato di una popolazione smarrita, ma che mantiene un fiero legame con la realtà senza rinunciare alla giusta dose di umorismo. Ado, figlio di Bekir, parte da queste immagini e dalle pagine dei diari del padre per ricostruirne la figura e per capire, insieme alla madre Fatima, come abbia fatto a sopravvivere alla Marcia della Morte e al genocidio di Srebrenica.
Ado Hasanović
Regista italo-bosniaco, è nato nel 1986 a Srebrenica, ora Bosnia ed Erzegovina, e vive a Roma. Si è diplomato in regia all’Accademia del cinema di Sarajevo e al Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma. Dal 2015 è direttore artistico del festival “Passaggi d’Autore: Intrecci Mediterranei” a Sant’Antioco in Sardegna. Nel 2024 ha fondato il Silver Frame FF a Srebrenica. My Father’s Diaries è stato presentato in anteprima a Visions du Réel 2024.
Film – 1.200.000 passi. In viaggio con Paolo Rumiz
Paolo Rumiz raccoglie storie per scriverne, Alessandro Scillitani le mette in film. Più di dieci anni camminati insieme, un documentario antologico, un diario di racconti a passo lento, che parte dall’abbandono delle montagne di Aspromonte, ripercorre il leggendario viaggio in Topolino sui Monti naviganti, naviga il grande fiume Po’. E poi via verso Est, in direzione opposta alle rotte dei migranti, per dire della fragilità dei nostri tempi, raccontata con uno sguardo ai mari, ai Balcani e alle tensioni del mondo. E ancora in viaggio attraverso l’Europa, in barca a vela sull’Egeo, sui treni a scartamento ridotto verso i luoghi delle guerre di ieri e di oggi, a piedi per le vie di Roma, lungo l’Appia Antica e la Postumia, alla ricerca di dialoghi perduti per chiedersi dov’è oggi Europa. Forse nei canti, nelle musiche, di cui Paolo Rumiz è stato spesso voce narrante, in orchestre di giovani europei, tra violini costruiti con i legni delle barche dei migranti. Le immagini sono accompagnate dalla voce narrante, dal canto e dalla colonna sonora originale di Alessandro Scillitani, eseguita dal vivo con Marco Macchi al pianoforte.
Masterclass Laura Silvia Battaglia
Dall’etica del racconto sul campo (Siria, Yemen, Iraq) al corpo femminile come spazio politico; il mare come frattura e cura.
Nel Mediterraneo non esistono Nord, Sud, Est, Ovest ma permane una circolarità che nei secoli è stata piegata ad esigenze conflittuali. Immergersi nel mare delle altre sponde mediterranee significa fare i conti con una falsa separatezza e abituarsi a capovolgere i punti cardinali delle nostre certezze. Come possiamo, in questa mappa ribaltata, misurarci con una nuova etica del racconto?
Laura Silvia Battaglia
Laura Silvia Battaglia al-Jalal, giornalista freelance e documentarista, lavora come reporter in aree di crisi dal 2007 ed è conduttrice e autrice per Rai Radio 3. Specializzata in Medio Oriente, con particolare focus su Iraq e Yemen, ha lavorato come corrispondente da Sanaa (Yemen) per l’agenzia video-giornalistica americano-libanese Transterra Media, e collabora con l’agenzia turca TRTWorld, il servizio pubblico svizzero (RSI), The Washington Post, Al Jazeera English&Arabic, Al Araby al Jadeed, Index on Censorship, The Fair Observer, Guernica Magazine, The Week India. Per i media italiani collabora stabilmente con quotidiani, network radiofonici, televisioni, periodici e siti web. Ha girato, autoprodotto e distribuito dieci documentari, tra i quali Yemen, nonostante la guerra, prodotto da Rai Doc, ZDF e AJA, uno spaccato sulla vita dei civili yemeniti in guerra. Ha vinto i premi Luchetta, Siani, Cutuli, Megalizzi, Anello Debole, e Giornalisti del Mediterraneo. Dal 2007 insegna in diverse istituzioni italiane ed europee, compreso l’Istituto Reuters all’Università di Oxford, e dirige il Master in Giornalismo dell’Università Cattolica di Milano. Ha scritto l’e-book Lettere da Guantanamo (Il Reportage, dicembre 2016/Castelvecchi 2021) e, insieme a Paola Cannatella, il graphic novel La sposa yemenita (Becco Giallo, gennaio 2017), tradotto in quattro lingue.
Alessandro Scillitani, regista, cantante e voce narrante.
Ha realizzato molti documentari (La Repubblica, Rai, Sky, RSI), di cui ha composto anche le musiche, tra cui L’Albero tra le Trincee (2013), Paolo Rumiz. racconta la Grande Guerra (2014), Leopardi il poeta infinito (2014), Il Cammino dell’Appia Antica (2015), Ritorno sui Monti Naviganti (2017), Alla Ricerca di Europa (2019), Einstein parla italiano (2021), Il Cammino della Postumia (2022), Il filo perduto (2025), La ragazza di via Panisperna (2025), Figli di tutti figli di nessuno (2025).
Masterclass Alessandro Scillitani
Regia e montaggio del reale, tra archivi, cammino e paesaggi sonori.
Un documentario è sempre un viaggio. Ma quando si viaggia per davvero, il racconto prende strade inaspettate. Dalla scoperta che le storie si possono trovare sotto casa, all’incontro con Paolo Rumiz, al viaggio che porta i racconti. Dai luoghi perduti al Po, dal cammino su Appia e Postumia, al viaggio per l’Egeo in cerca di Europa, la Grande Guerra, i conflitti, i migranti.
Un percorso fatto di autenticità e di stupore, con attrezzature tecniche leggere, per affrontare il viaggiare e gli incontri senza contaminarli. Come conciliare l’esigenza di qualità con quella logistica. Come dare voce a chi non ce l’ha. Come cercare le storie che nessuno vorrebbe raccontare.
Marco Macchi, pianista, ha suonato in numerose band spaziando tra jazz, pop e teatro. Autore degli album Musiche per nessun film e Carte nautiche, collabora da oltre dieci anni con il regista Alessandro Scillitani nelle colonne sonore dei suoi film.
Film – A Gaza Story: All That’s Left to Me (2023) di Mariella Bussolati
Il film racconta l’esperienza di un gruppo di giovani di Gaza che mette in scena una versione palestinese dell’Odissea, riscrivendo la storia di Ulisse come metafora della propria realtà. Al centro c’è il concetto di casa: per Ulisse luogo da riconquistare dopo Troia, per gli abitanti di Gaza spazio fragile, spesso perduto sotto le bombe, ma anche radice identitaria da difendere con resilienza. Attraverso prove, spettacolo e interviste a attori e cittadini, emergono le contraddizioni e la forza di un popolo che, nonostante la guerra, continua a vedere Gaza come un posto da amare, vivere e custodire, ben oltre l’immagine di sola distruzione offerta dai media.
Mariella Bussolati
Mariella Bussolati, giornalista e documentarista, si è formata alla Scuola di Teatro Paolo Grassi e alla Scuola di Cinema e Televisione Luchino Visconti di Milano. Dal 2009 realizza video su temi sociali e ambientali, tra cui il progetto multimediale Orto diffuso. Ha firmato otto film selezionati e premiati in festival italiani e internazionali: tra i più noti L’amore che sbrana (2015), vincitore al New York Festival of New Cinema e all’Eurovision Palermo Film Festival, Punching the City (2018), premiato al Doc Without Borders, e La boxe nei quartieri (2020), finalista al Docucity di Milano. Le sue opere più recenti includono Mente e natura (2023) e All that’s left to me – A Gaza Story (2023), selezionato al Carlota Film Festival di Vienna.
Acqua in bocca (2025) di Dora Farina e Marianna Donadio (finaliste Premio Morrione)
Nonostante le denunce delle Nazioni Unite, l’azienda idrica nazionale israeliana Mekorot si è affermata come leader mondiale nel settore. Negli ultimi anni diverse imprese hanno interrotto i propri accordi con Mekorot, sulla base dei report di numerose Ong che hanno denunciato lo sfruttamento delle risorse idriche nei territori palestinesi occupati.
Acea, azienda pubblica di gestione idrica controllata al 51% da Roma Capitale, è invece l’unica a non aver fatto un passo indietro rispetto al Memorandum of Understanding siglato con Mekorot nel 2013. Inutili le richieste di accesso agli atti: il testo rimane tutt’oggi inaccessibile. Acqua in bocca.
Dora Farina, classe ‘97. Giornalista iscritta all’Ordine professionale dal 2022, ha collaborato con il Corriere della Sera e Voice Over Foundation. Da quattro anni è la responsabile della Task Force Hate Speech di Amnesty. È autrice del podcast “Bias” sui discorsi d’odio diffusi con l’IA.
Marianna Donadio, classe 2002. È una giornalista pubblicista, napoletana d’adozione. Ha collaborato con il Magazine Informare e OBCT. Lavora a progetti di inchiesta con focus sulle migrazioni e sul Meridione. Nel 2024 ha partecipato all’Academy del Premio Morrione.

