Polveriera Carcere di Taranto. La CGIL chiede subito invio nuovi agenti penitenziari

La FP CGIL sulla polveriera del Carcere di Taranto

Mirko Manna (FP CGIL): “Chiederemo al Dipartimento e al Ministro Nordio l’invio immediato di almeno 50 nuovi agenti. Si diano risposte di umanità e legalità”

Giovanni D’Arcangelo (CGIL) : “Non garantito l’art. 27 della Costituzione”


“Il carcere di Taranto è una struttura fatiscente che necessità di una ristrutturazione profonda. In alcuni reparti non c’è neanche l’acqua calda. Poco più di 300 unità di polizia penitenziaria sono costrette a gestire una platea di 817 detenuti, più di 300 di quelli previsti, con un inevitabile peggioramento delle condizioni di sicurezza ma anche delle condizioni di lavoro del personale. Celle invivibili, con metri cubi considerati insufficienti. Una carenza d’organico che riguarda anche educatori, assistenti sociali, addetti alle funzioni centrali e persino contabili”.

Sulla polveriera della Casa Circondariale di Taranto fa il punto Mirko Manna, coordinatore nazionale della Polizia Penitenziaria della Funzione Pubblica CGIL, che oggi insieme al segretario generale della CGIL di Taranto, Giovanni D’Arcangelo, il segretario della FP CGIL, Mimmo Sardelli e Luca Lionetti, coordinatore comitato degli iscritti FP CGIL Taranto, haeffettuato una visita all’interno dell’Istituto “Carmelo Magli” di Taranto.

Questa Casa Circondariale – dice Giovanni D’Arcangelo è, specie nella parte costruita ai tempi delle “Carceri d’oro”, assolutamente inadeguata a svolgere alla funzione costituzionale della rieducazione e del reinserimento dei detenuti. Dal punto di vista istituzionale non si può sottacere di fronte a quello che abbiamo visto: l’insicurezza per chi lavora è insostenibile, reparti sottodimensionati. Condizioni contrarie al senso di umanità pure garantito dall’art. 27 della Costituzione”.


Sezioni anche di massima sicurezza – aveva commentato nei giorni scorsi Mimmo Sardelli lasciate, nei turni notturni anche alla gestione di un solo agente, ed è impensabile che lo Stato non si faccia carico di una condizione esplosiva che mette a repentaglio la sicurezza dei lavoratori, ma anche degli stessi detenuti a volte costretti a soggiacere alla legge del più forte”.


Questo non è un carcere – continua il coordinatore nazionale della Polizia Penitenziaria della FP CGIL, Mirko Mannaè un luogo dove non viene assicurato il recupero delle persone e si scarica sulla polizia penitenziaria una carenza d’organico che non può essere degna di uno Stato e della sua Costituzione. Per questo chiederemo urgentemente al Capo del Dipartimento e al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, l’invio immediato di almeno 50 unità di agenti penitenziari da reclutare attraverso un interpello straordinario, perché se si attende il verificarsi di episodi di cronaca nera, chi ha tardato a dare risposte di umanità e legalità dovrà assumersene la responsabilità”.