Roma – CONVEGNO ASC: LO SPORT E’ PRONTO A CAMBIARE

Grande successo per l’evento organizzato da ASC al quale hanno preso parte, tra gli altri, Giovanni Malagò, Flavio Siniscalchi, Vito Cozzoli e altri autorevoli ospiti

ROMA, 16 febbraio 2023 – E’ stato un grande successo il convegno “Sport Work: sport, lavoro, presente”, organizzato da Attività Sportive Confederate (ASC) e svoltosioggi, a Roma, nella Sala Orlando del Centro Congressi di Confcommercio. Tantissimi gli associati, appartenenti alle società sportive della rete ASC, che sono accorsi da ogni parte d’Italia per prendere parte ad un convegno caratterizzato dalla partecipazione di relatori autorevoli e qualificati: da Giovanni Malagò (Presidente nazionale del Coni) a Silvia Salis (Vice Presidente vicario del Coni), passando per Vito Cozzoli (Presidente Sport e Salute), Flavio Siniscalchi (Capo dipartimento per lo Sport), Carlo Sangalli (Presidente nazionale di Confcommercio) e Luca Stevanato (Presidente nazionale di Asc).

“Bisogna fare di più per promuovere attività fisica e cultura del movimento nella scuola primaria, in cui siamo clamorosamente carenti – sono state le parole del presidente del Coni, Giovanni Malagòsi è investito troppo poco finora, manca il corpo docenti, manca la disponibilità di ore curriculari e spesso, in una scuola su 4, non c’è la possibilità di fare sport in strutture polifunzionali a norma. Qualsiasi Paese del mondo civile ha livelli migliori dei nostri, per non parlare del mondo anglosassone”. Malagò ha poi rimarcato che “il Coni avrebbe le competenze tecniche per entrare nelle scuole, ma il proprio statuto non lo prevede”, ricordando che “ben 13 milioni di italiani  fanno oggi sport grazie alla filiera che fa parte del Comitato Olimpico e che funziona molto bene, nonostante le gravi difficoltà innescate soprattutto dalla pandemia”. Per il presidente del Coni, “si deve fare comunque qualcosa di più per coinvolgere tutti gli altri italiani in attività sportive organizzate e non estemporanee, anche se, nonostante queste carenze di base, il nostro Paese resta tra i primi al mondo per i risultati sportivi di alto livello raggiunti negli ultimi anni”.  

“Il primo luglio 2023 entrerà in vigore la riforma in materia di enti sportivi, che prevede una nuova disciplina del lavoro sportivo – ha garantito il capo Dipartimento per lo sport, Flavio Siniscalchi ci sono stati lunghi confronti e dibattiti, ma credo i tempi siano ormai sufficientemente maturi e non ci sono motivi per ulteriori rinvii”. La Riforma dello Sport, prevista dal D.Lgs. 36 del 2021 e la cui entrata in vigore è stata prorogata, in ultimo, dal decreto Milleproroghe, prevede un profondo riordino e la riforma degli enti sportivi professionistici e dilettantistici.

Il convegno è stato un momento di confronto tra esponenti delle società sportive, tecnici, dirigenti e rappresentanti delle istituzioni, per riflettere sulle trasformazioni che attraversano il mondo dello sport: dalle aspettative delle persone che praticano l’attività fisica alle modalità di fruizione in seguito all’avvento delle nuove tecnologie, fino ai recenti provvedimenti legislativi che riguardano anche il ruolo degli operatori del settore e l’intera organizzazione del comparto sportivo.

“Siamo soddisfatti ed orgogliosi per la riuscita di questo evento – ha detto Stevanato non era semplice, soprattutto in tempi così difficili, ricevere la formidabile risposta delle associazioni e delle società che hanno raccolto il nostro invito”.  Il presidente nazionale di ASC ha poi sottolineato che “il mondo dello sport, interessato da una riforma a lungo attesa, si appresta a vivere un momento di svolta epocale, che inevitabilmente finirà per conferirci ulteriori e rilevanti responsabilità: il nostro compito sarà quello di continuare ad agire in piena armonia e in modo coordinato, affinché non si disperdano le grandi opportunità che il periodo di ripresa sarà in grado di offrirci”.  

“La filiera sportiva è al centro dell’attenzione di Confcommercio – ha spiegato Sangallli parliamo di un settore che coinvolge oltre un milione di operatori e che rappresenta un mercato di consumi. Sono più di 20 milioni gli italiani che praticano qualche sport, mentre le associazioni e le società sportive sono oltre 70.000“. Il numero uno di Confcommercio ha evidenziato che “queste imprese ‘passano la palla’ a diverse filiere produttive, dal turismo alla ristorazione, dall’abbigliamento agli eventi, operando in un comparto centrale per la salute fisica e mentale”.  Sangalli ha aggiunto che “la pandemia ha stravolto la vita delle imprese del settore e proprio per questo abbiamo lavorato in stretta sinergia con la Confederazione Italiana dello Sport, al fine di garantire le condizioni di proroga del rinnovo del Contratto Collettivo delle attività sportive profit e no profit, consentendo a queste realtà di prendere fiato e di utilizzare nelle assunzioni una flessibilità governata, che è essenziale in un periodo così delicato”.

La giornata è stata aperta da una parte introduttiva, nel corso della quale è stata riservata particolare attenzione alle nuove opportunità lavorative nel comparto sportivo. Successivamente la discussione si è concentrata sui tre filoni progettuali che vedono impegnata la rete Asc: La salute al centro, che mira a promuovere l’attività fisica come veicolo di cambiamento degli stili di vita, nel segno della salute e del benessere psicofisico; Porte aperte allo Sport, progetto in partenariato che si rivolge prevalentemente ai minori e agli studenti delle scuole grazie alla collaborazione tra FIDAL, FIDS, FIB, OPES e ASC; Insuperabili, che si pone l’obiettivo di favorire l’inclusione sociale delle persone con disabilità attraverso la pratica del calcio.

“La pandemia ha avuto impatto drammatico anche sul mondo dello sport, che però ha saputo reagire – ha affermato Cozzolila chiusura degli impianti sportivi, nel 2020, ha fatto perdere oltre 1,8 milioni tesserati e iscritti a Federazioni Sportive Nazionali e Enti di Promozione Sportiva”. Il presidente di Sport e Salute ha però rilevato che “una volta superato lo ‘shock iniziale’, sembra esserci stato un risvolto positivo sugli stili di vita, in termini di maggiore attenzione alla salute e con un aumento di coloro che praticano sport nel tempo libero Questi ultimi – ha fatto sapere Cozzoli – già alle fine del 2020 hanno raggiunto il 27%, ovvero 8 punti in più rispetto al 2001, e la sedentarietà, in Italia, si è ridotta di quasi il 10% rispetto al 2017”.

“Il progetto ‘La salute al centro’, volto a promuovere l’attività fisica come veicolo di cambiamento degli stili di vita – spiega il project manager Marco Visconti è stato condotto nelle Palestre della Salute, un modello di palestra con specifici requisiti strutturali e organizzativi, tra cui la mancanza di barriere architettoniche e la direzione affidata a tecnici qualificati”. Dai 2.000 questionari somministrati ai frequentanti, “è emerso che il 47% ci andava per motivi ‘funzionali’, ovvero per risolvere problemi di salute o perché gli era stato prescritto dal medico. Per quanto riguarda la sedentarietà – ha proseguito Visconti – le persone che si definiscono sedentarie sono oltre il 30% e sono per lo più donne, in avanti con l’età e residenti soprattutto nel Sud Italia, dove si osservano livelli di sedentarietà doppi rispetto al Nord del Paese”.