Roma – L’associazione Antiracket in audizione: “Linea dura contro il gioco d’azzardo”

Il presidente Attilio Simeone, questa mattina, in audizione dinnanzi alla VI Commissione Finanze per discutere del Decreto legislativo in merito al riordino del settore giochi: “Subito un tavolo tecnico con la società civile”

“Non si combatte in modo efficace contro il gioco d’azzardo”. Il presidente della neo-nata associazione Antiracket e Antiusura “Gaetano Giordano e Rita Atria”, Attilio Simeone, non usa mezzi termini nel corso dell’audizione che si è tenuta questa mattina dinnanzi alla VI Commissione Finanze.  Tema centrale: il Decreto Legislativo in merito al riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza.

“Come Associazioni Antiracket e Antiusura – ha spiegato Simeone – da circa un ventennio siamo ancora più coinvolti in questa materia che genera forme di sovraindebitamento che spesso sfociano nell’usura nonché nella commissione di reati particolarmente allarmanti sul piano sociale e della sicurezza pubblica oltre a generare forme di dipendenza patologica difficilmente da estirpare”.

Dai dati pubblicati da ADM, nel 2023 la raccolta di gioco d’azzardo si è attestata a 150 miliardi, con un balzo in avanti della spesa di 15 miliardi di euro rispetto al 2022. Il trend non sembra arrestarsi così come non sembra che l’offerta di gioco legale on-line sia destinata a sostituire l’offerta di gioco fisico che, al contrario, continuerà a suscitare interesse sulle fasce sociali che non hanno dimestichezza con piattaforme digitali e conti di gioco.

“In questi lunghi anni – ha sottolineato ancora il presidente – abbiamo ad un continuo aumento dell’offerta e del conseguente consumo che inevitabilmente ha finito per interessare i giovani che sempre più spesso si affacciano al mondo dell’azzardo. Solo per citare qualche esperienza diretta.Qualche anno fa, l’Azienda Sanitaria Locale BA Dipartimento delle Dipendenze Patologiche rilevava un trend in forte e preoccupante aumento di soggetti, di ogni estrazione sociale che presentavano problemi economici, che si sono rivolti al Servizio perché affetti da GAP (Gioco d’Azzardo Patologico). Si segnala che nel 2012, in assenza del c.d. Decreto Balduzzi, i soggetti in cura presso la ASL Bari erano 100, mentre nel 2013 sono passati a 132 soggetti, nel 2014 a 144, nel 2015 sono stati presi in cura 195 soggetti con un aumento rispetto al 2012 del 95% in soli quattro anni. In particolare, nella rilevazione pubblicata del Dipartimento delle Dipendenze Patologiche della stessa ASL si segnalava già “che siamo di fronte ad un fenomeno nuovo, in costante evoluzione…”. In linea con quanto dichiarato negli anni precedenti, nella relazione annuale del 2019 la ASL rilevava un aumento di nuovi utenti patologici in carico del 44% di cui si registrava un preoccupante aumento del 7% di nuovi utenti con riferimento ai soggetti di età compresa tra i 15 e i 25 anni rispetto all’anno precedente. Dello stesso tenore, nel 2018 l’Istituto Superiore di Sanità rese noto che ben il 29,2% dei ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni giocava regolarmente d’azzardo e che su base nazionale si assistiva ad un progressivo aumento della percentuale dei giocatori di minore età”.

In una indagine condotta dall’Associazione italiana dei consumatori e degli operatori del gioco (ACOGI), infatti, è emerso l’identikit del baby giocatore d’azzardo. L’indagine ha coinvolto 230 studenti, in età compresa fra i 13 e i 16 anni. Gli intervistati hanno dichiarato di frequentare i centri scommesse (52% delle preferenze), a seguire bar e tabacchi (19% delle preferenze) mentre il 16% dichiarava di giocare on line, preferibilmente tramite il proprio computer. L’88% degli studenti che ha dichiarato di scommettere, presentava un rendimento scolastico non eccellente o scarso, nel 77% dei casi i ragazzi vivevano in gruppi familiari numerosi, di «dispersione delle relazioni», per cui era certamente più facile avvicinarsi al gioco d’azzardo in maniera assolutamente non vigilata tant’è che il 23% dichiarò che il gioco d’azzardo poteva rappresentare una fonte di reddito.

Se da una parte c’è stata una spinta ad un intervento mirato contro un fenomeno in crescita dall’altra l’aggressività delle compagne pubblicitarie dell’offerta di azzardo ha disatteso completamente ogni migliore auspicio con riferimento alla salvaguardia della tutela della salute pubblica. Anzi, è apparso chiaro l’intento di relegare le informazioni sulla prevenzione a messaggi reclamizzati come fossero effetti collaterali di prodotti farmaceutici.

Simeone ha chiesto quindi l’istituzione immediata di un Tavolo tecnico del Governo allargato alla società civile e finalizzato alla predisposizione di un Testo di riordino complessivo dell’intero comparto dei giochi; la messa a disposizione pubblica dei dati disaggregati per tipologia di gioco e su base territoriale finalizzata allo studio e all’analisi di politiche di prevenzione della patologia da gioco d’azzardo; il divieto assoluto di ogni forma di pubblicità del prodotto con ogni mezzo anche via internet soprattutto nella fascia oraria 07:00-23:30; l’istituzione di un’autorità indipendente sui giochi di stato e la conseguente eliminazione della previsione della Consulta come articolata nello Schema.