“Quella dell’infermiere è una figura essenziale per la tenuta del nostro welfare sanitario e un chiaro punto di riferimento per le politiche di riforma del Servizio Sanitario Nazionale, che rappresenta ancora oggi un’eccellenza mondiale nonostante decenni di tagli alle risorse e programmazioni inadeguate”. Così Luigi Baldini, Presidente di ENPAPI, l’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica, in occasione della Giornata internazionale dell’infermiere, che si celebra ogni anno il 12 maggio in onore di Florence Nightingale, riconosciuta come la fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna.
“La professionalità e il quotidiano impegno degli infermieri sono valori importanti da difendere e sostenere, ce lo ricorda la Giornata internazionale” prosegue Baldini, che aggiunge: “L’infermiere svolge un ruolo fondamentale per la sanità, è infatti il responsabile dell’assistenza nei confronti del malato, lo accudisce, lo ascolta, lo aiuta a superare le difficoltà della malattia. Una funzione centrale, quindi, dalla quale non si può prescindere e che deve essere garantita sull’intero territorio nazionale, soprattutto nelle aree più degradate, vicino ai più fragili, nei punti di emergenza e di primo soccorso, sulle ambulanze”.
Secondo Baldini occorre avviare al più presto un piano di rilancio del SSN, considerato anche che secondo le ultime stime mancano in Italia oltre 60mila infermieri e medici per alcune specializzazioni. Per questo, sottolinea il Presidente di ENPAPI, “condividiamo le parole del ministro della Salute Schillaci quando afferma che bisogna ‘rendere più attrattivo il SSN’. È apprezzabile l’impegno del Governo in questa direzione, come ad esempio la norma inserita nel decreto bollette che prevede la conferma dell’indennità per gli infermieri dei servizi di emergenza-urgenza, che verrà coperta fino a dicembre 2023 con un importo di 70 milioni per il personale del comparto sanità”.
Un altro recente risultato importante, osserva Baldini, arriva con “la definitiva approvazione, da parte del Parlamento, dopo un lungo iter durato 3 anni, del disegno di legge sull’equo compenso, con il quale si imprime una svolta decisiva nella tutela dei lavoratori, siano essi autonomi o dipendenti. È una norma di civiltà, che offre le necessarie garanzie nella difesa della dignità professionale, sinora ampiamente disattesa e regola le distorsioni esistenti definendo i giusti limiti nella remunerazione delle prestazioni professionali” conclude.