
Quando si parla di depressione, ogni persona che ne soffre la descrive con un’immagine diversa.
C’è chi ne parla come di un abisso, chi la descrive come un angolo di una stanza buia…
E chi la definisce “un campo nero”.
Nel nuovo singolo “Black field”, Short Art Fair Enough utilizza questa metafora per raffigurare la sensazione di sentirsi minuscoli in uno spazio buio ed enorme.
Ma la depressione non è una condanna a restarvi intrappolati: in questo pezzo, elettronica minimale e suggestioni dark‐ambient trasformano la malinconia in occasione di rinascita.
A volte il primo passo consiste nel volgere lo sguardo intorno e osservare la bellezza che il mondo offre: un tramonto, il sorriso di uno sconosciuto, i dettagli che, pur non essendo eclatanti, meritano di essere vissuti e custoditi.
La voce intima e le sonorità rarefatte guidano l’ascoltatore in un percorso di consapevolezza, invitando ad abbandonare un paesaggio interiore oscuro per riscoprire la luce del presente.

Gli Short Art Fair Enough nascono in Campania in un’epoca segnata da cambiamenti globali. Al centro c’è Francesca, voce e autrice del progetto, che nel 2019 inizia a comporre brevi brani chitarra e voce, quasi fossero frammenti di diario sonoro.
A trasformare queste “istantanee” intime in canzoni strutturate è l’incontro con Aldo Capasso, compositore e arrangiatore con un background eclettico e una spiccata sensibilità musicale. Insieme danno forma a un progetto che prende profondamente sul serio la ricerca emotiva e artistica.
Il nome “Short Art Fair Enough” – che può essere tradotto come “Arte breve, tanto basta” – racchiude la loro visione dell’espressione artistica: bastano pochi istanti di autenticità per lasciare un segno. Con l’ingresso di Igor Di Martino alla chitarra e Marco Fazzari alla batteria, il progetto diventa una band a tutti gli effetti, portando in scena un sound che fonde l’alternative rock anni ’90, armonie jazz e tensioni più graffianti del rock.
Nel gennaio 2025, nel giorno simbolico del Blue Monday, esce il primo EP del gruppo, “Act1”: un lavoro che raccoglie il senso di questo percorso musicale e umano, tra malinconia, introspezione e una voglia viscerale di verità emotiva.
Gli Short Art Fair Enough sono un progetto in continua evoluzione, pronto a sperimentare e contaminarsi, sempre alla ricerca di una musica che parli al cuore di chi ascolta e sappia restituire senso anche al silenzio.