Si è tenuto a Bari l’evento BIOECONOMY DAY

Bioeconomia ed economia circolare, i due pilastri per un futuro sostenibile ed una transizione ecologica ormai necessari. Nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2024, si è tenuto a Bari, nell’Aula Magna del Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Ambiente dell’Università degli Studi di Bari, l’evento dal titolo “BIOECONOMY DAY: Simbiosi industriale come strategia di sviluppo sostenibile per l’economia circolare, la transizione ecologica, la digitalizzazione, l’occupazione e la salute dell’uomo e dell’ambiente”, organizzato nell’ambito della VI edizione della Giornata Nazionale della Bioeconomia Circolare, promossa dal Cluster SPRING con Assobiotec-Federchimica e con la collaborazione di CAM Agroenergetico Mediterraneo.   Dopo i saluti istituzionali, tre BIOECONOMY MATCH con numerosi interventi nell’ambito universitario, imprenditoriale e degli enti coinvolti nella programmazione Bioeconomy day. Diversi i temi affrontati, come lo sviluppo delle tecnologie innovative in ambito industriale; il trasferimento tecnologico all’interno delle imprese e delle aziende del territorio, per spingerle verso la transizione ecologica e verso una maggiore digitalizzazione; ed infine, il potenziale economico delle risorse naturali.  

“Ogni anno ci impegniamo ad accendere i riflettori sul tema della Bioeconomia ha dichiarato Giovanni Ronco, delegato alla Sostenibilità di Confindustria PugliaUn settore economico che sta portando sviluppo e innovazione nell’intero territorio, ma anche ad un incremento notevole delle professionalità e alla collaborazione tra imprese private e mondo scientifico. Qualche giorno fa, poi, la sottoscrizione del manifesto per la Bioeconomia in Puglia anche da parte delle cinque università pugliesi ha sancito un ulteriore passo avanti in questa direzione”.  

Nel corso dell’evento infatti è stato anche presentato il Manifesto per la costituzione di un’Alleanza per la Bioeconomia in Puglia, sottoscritto il 21 maggio scorso da Regione Puglia, Confindustria Puglia e dalle cinque Università pugliesi (Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Politecnico di Bari, Unisalento, Università Lum e Università di Foggia). Un manifesto nato con l’obiettivo di favorire la promozione, la transizione e l’adozione dei principi della Bioeconomia, attraverso l’istituzione di un tavolo permanente che coinvolga tutti gli stakeholder del territorio, accelerando una transizione verso la Bioeconomia del sistema Puglia, nella convinzione che essa rappresenti una risposta concreta alla gran parte delle attuali sfide mondiali: dal riscaldamento globale al cambiamento climatico.  

“Stiamo introducendo un concetto in verità molto antico – ha spiegato Michele Dassisti, delegato alla Sostenibilità del Politecnico di Bari e coordinatore RUS PugliaE’ infatti dal 1920 che si parla di bioeconomia, ma solo oggi, proprio a causa della guerra, ci stiamo rendendo conto di quanto sia importante comprendere la distinzione tra fonti di energia rinnovabile e non rinnovabile. Anche il mondo della Ricerca e delle Università è sempre più sensibile a questi temi. Da qui la necessità di dare vita alla Rete delle Università Sostenibili, che riunisce ben 85 università italiane. La Puglia ha deciso di dotarsi di una sezione regionale, mettendo quindi in rete tutte le università pugliesi, che parlano il linguaggio della sostenibilità”.  

La giornata studio si è quindi posta l’obiettivo di divulgare un modello di sviluppo che mette in simbiosi la Bioeconomia e l’Economia circolare tanto da rendere complementari le azioni in diversi settori produttivi in cui innovazione e tecnologia giocano un ruolo fondamentale. E sono numerose le realtà pugliesi che già da anni applicano questo modello di sviluppo sostenibile. Tra queste, Acquedotto Pugliese.   “Abbiamo deciso di trasformare i nostri impianti di depurazione da problema a valore, investendo notevoli risorse – ha spiegato Domenico Laforgia, presidente di Acquedotto Pugliese Riutilizziamo le acque reflue in agricoltura, trasformiamo i fanghi in ammendanti utili sempre nel settore agricolo, recuperiamo biometano e biodiesel dagli impianti di depurazione ed ancora, produciamo biogas dai fanghi per produrre energia elettrica e riutilizzarla in loco: tutto questo per dare vita ad un sistema di economia circolare sano e innovativo”.  

Nel pomeriggio, si è tenuto un dibattito tra studenti, imprenditori e docenti universitari per approfondire le tematiche relative alla Bioeconomia circolare, alle nuove competenze con l’esigenza di specializzarsi sulla Nuova Economia che punta a produrre risorse biologiche rinnovabili e alla conversione delle risorse e dei flussi di rifiuti in prodotti a valore aggiunto come alimenti, mangimi, prodotti a base biologica e bioenergia in modo da avere una crescita sostenibile, resiliente, efficiente. Tra le aziende intervenute Bioenutra, Cisa, Green Ecol e Tecom Emulsiongel, quattro realtà del territorio pugliese che hanno fatto della bioeconomia e dell’economia circolare il proprio punto di forza, con progetti biosostenibili che guardano alla tutela ambientale, al risparmio energetico e al riciclo e riutilizzo degli scarti prodotti nei processi di lavorazione.  

L’evento è promosso da Cluster Spring, con la collaborazione di CAM Agroenergetico Mediterraneo e AQP – Acquedotto Pugliese, con il patrocinio della Regione Puglia, ASVIS, RUS, RUS Puglia e Amiu Puglia e ha come promotori istituzionali l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, il Politecnico di Bari, l’Università di Foggia, l’Università del Salento, l’Università LUM “Giuseppe Degennaro”, Confindustria Puglia, Unioncamere Puglia.