VINO: COLDIRETTI PUGLIA, RIBADITA CENTRALITÀ FILIERA PER INTERO SISTEMA ENOGASTRONOMICO; IN PUGLIA SERVE STRETTA SU CATASTO VITIVINICOLO

Sono 38 i vini DOP e IGP che posizionano la Puglia al quinto posto in Italia per prodotti certificati con un valore di 631 milioni di euro

Finanziare in modo equo e immediato la distillazione straordinaria, rafforzare i fondi per l’internazionalizzazione attraverso la valorizzazione delle agenzie italiane all’estero; valutare l’opportunità di una moratoria sui finanziamenti per le imprese in difficoltà; prevedere sgravi fiscali per gli investimenti in sostenibilità; includere misure a sostegno dell’enoturismo e istituire un tavolo permanente presso il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste dedicato alla promozione e comunicazione. Sono le proposte di Coldiretti al Tavolo vino convocato dal Governo a Palazzo Chigi, alla presenza del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, dei rappresentanti del Ministero delle Imprese e della Salute e della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il confronto si inserisce in un contesto di forte preoccupazione per il futuro del comparto vitivinicolo Made in Italy, che, nonostante una vendemmia 2025 promettente – con circa 45 milioni di quintali di uva e una qualità elevata grazie a condizioni climatiche favorevoli – si trova a fare i conti con scorte ai massimi storici, pari a oltre 46 milioni di ettolitri, e con consumi in crescente diminuzione. Una situazione che, secondo Coldiretti, rischia di compromettere la stabilità del mercato, deprimere i prezzi e disincentivare gli investimenti futuri, frenando la crescita e la qualità che il settore ha saputo costruire nel tempo. L’ultima campagna di investimenti e ristrutturazione dei vigneti ha registrato oltre 8.500 domande per un totale di più di 220 milioni di euro richiesti, segno di un comparto ancora vitale, ma oggi esposto a rischi senza precedenti. Sono 38 i vini DOP e IGP che posizionano la Puglia al quinto posto in Italia per prodotti certificati con un valore di 631 milioni di euro pari al 93,1% del paniere IG del Paese – afferma coldiretti Puglia – un gradimento che i consumatori confermano anche sul fronte della qualità, facendola salire al quarto posto della top ten delle regioni con i vini rosati e al quinto per i vini rossi.

Con il calo dei consumi di vino e il rischio dei dazi che incombe sulle cantine, servono misure contro le speculazioni con controlli capillari per stanare i vigneti abusivi  e una stretta sul catasto vitivinicolo per avere una fotografia reale del settore in Puglia. “Il catasto vitivinicolo è l’unico strumento che può dare l’esatta consistenza del settore vitivinicolo, dei numeri e delle potenzialità reali del settore – dice Alfonso Cavallo, presidente di  Coldiretti Puglia – per costruire una strategia di filiera, puntando su qualità e su rese per ettaro appropriate per rafforzare e promuovere il settore”.

“Proprio rispetto al calo dei consumi, vanno sensibilizzati i cittadini contro i tentativi in atto di demonizzazione di un prodotto che fa parte a pieno titolo della Dieta mediterranea – aggiunge Pietro, Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia – considerata un modello alimentare sano e benefico per la prevenzione di molte malattie, ma che si fonda anche sul consumo equilibrato di tutti gli alimenti a partire dal bicchiere di vino, i cui effetti benefici sono stati raccontati nel corso dei secoli”.


Preoccupano inoltre i fattori esterni: dall’esclusione del vino dal premio accoppiato nella proposta di riforma della PAC – che lo equipara a prodotti nocivi – alla crescente demonizzazione mediatica del vino come alimento nocivo, fino all’annunciato aumento dei dazi statunitensi sulle importazioni, che potrebbe causare un danno stimato di oltre 317 milioni di euro sull’export italiano, con gravi ripercussioni sulle produzioni di nicchia e sulle piccole imprese.


Per Coldiretti servono misure straordinarie, rapide e coordinate per evitare che una difficoltà congiunturale si trasformi in una crisi strutturale, finanziare in modo equo la distillazione straordinaria per ridurre le giacenze e ristabilire l’equilibrio di mercato, e di rafforzare i fondi per l’internazionalizzazione, valorizzando il ruolo delle agenzie italiane che operano all’estero. È fondamentale introdurre sgravi fiscali per gli investimenti in sostenibilità ambientale e valutare una moratoria sui finanziamenti per le aziende vitivinicole in difficoltà, affinché possano superare questa fase critica senza rinunciare a progetti di crescita e innovazione. Serve inoltre un sostegno concreto all’enoturismo, che rappresenta una leva strategica per la promozione del vino nei territori, favorisce un consumo consapevole e crea valore aggiunto per le imprese e per l’intero sistema Paese. Un altro tema cruciale è quello della sburocratizzazione: le procedure per la produzione, la promozione e, soprattutto, per l’export del vino possono essere notevolmente semplificate, affidando un ruolo centrale a un unico ente pubblico di riferimento, capace di ridurre tempi, costi e incertezze per le imprese.


Coldiretti ha infine posto l’accento sulla necessità di rilanciare l’immagine del vino attraverso una narrazione positiva, legata alla cultura e alla tradizione italiana, perché è inaccettabile che il vino venga assimilato a prodotti nocivi per la salute. Il vino, consumato in modo responsabile, è parte integrante della Dieta mediterranea, riconosciuta dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità. È un alimento simbolico, che unisce convivialità, paesaggio e benessere. Riavvicinare le nuove generazioni al vino significa educarle al gusto, alla responsabilità, alla conoscenza del territorio.