ANDRIA, LA RIVOLTA DEGLI IMPRENDITORI DELLA ZONA PIP.

SAVINO MONTARULI (UNIBAT-UNIONECOMMERCIO PUGLIA): “SENZA LINEA TELEFONICA, SENZA GAS E SENZA SERVIZI. IMPRESE PRONTE A LASCIARE LA CITTA’, LE RISPOSTE DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE INSUFFICIENTI E PERSINO PROVOCATORIE”

Un incontro che avrebbe dovuto dare risposte certe agli oltre cento imprenditori ma anche cittadini proprietari dei suoli ceduti per esproprio nella zona degli insediamenti produttivi di Andria i quali, da trent’anni, sono in attesa del pagamento da parte del comune, presenti all’incontro pubblico tenutosi presso il Chiostro San Francesco il pomeriggio di martedì 21 marzo scorso. Un incontro al quale oltre al dirigente ed assessori ha voluto partecipare anche la sindaca di Andria alla quale, in primis, sono state richieste soluzioni immediate ai tanti problemi che affliggono ancora oggi la zona PIP. A Rappresentare il mondo delle Imprese anche il Presidente Unibat-Unionecommercio, il Sindacalista Savino Montaruli, che ha dichiarato. “gli imprenditori della zona PIP chiedono all’amministrazione risposte chiare e certe sulla risoluzione di problematiche ritenute vitali per il proseguo delle attività economiche. Gli imprenditori hanno investito nell’unica area dedicata e destinata alle attività economiche in città e pretendono risposte che neppure nell’incontro al Chiostro San Francesco sono arrivate. Non si può fare impresa in una zona completamente abbandonata al degrado, in emergenza igienico-sanitaria, priva dei minimi servizi come la linea telefonica e persino il gas. Una zona trascurata dove le condizioni del manto stradale sono al limite della praticabilità e dove ancora oggi si è in attesa dei conguagli richiesti ad imprenditori che hanno già pagato quanto dovuto e che dovrebbero essere, invece, a credito, come più volte dal palazzo e fuori dal palazzo da parte di aspiranti politici o pseudo tali era stato dichiarato. L’amministrazione comunale, in evidente difficoltà e disagio, non è riuscita a dare spiegazioni né tantomeno a rassicurare gli imprenditori presenti all’incontro, diventando, a tratti, persino arrogante e provocatoria. Un incontro molto partecipato proprio perché i problemi irrisolti sono tanti. Imprenditori che si sono detti anche pronti a lasciare i loro opifici nella zona PIP qualora non giungano in tempi brevi le risposte da parte dell’Ente comunale. L’amministrazione comunale tenta, goffamente, di (ri)scaricare tutte le colpe sulla gestione commissariale come se, con il commissario, l’apparato dirigenziale comunale, lo stesso di oggi, non fosse esistito. Scusanti che non reggono così come non regge la tesi dell’assessore alle finanze che, rispondendo ad un cittadino molto arrabbiato che da quasi trent’anni sta aspettando la misera ricompensa per i suoli espropriati, ha affermato che il comune in Piano di riequilibrio finanziario non può effettuare acquisti di suoli, dimenticando che “gli acquisti” il comune li ha già fatti trent’anni fa senza pagare quanto dovuto e l’assessore deve solo aprire il cassetto, prendere i soldi e pagare gli ex proprietari dei suoli ceduti al comune.

Una confusione che non fa presagire nulla di nuovo e ormai la certezza che nel calderone del Piano di Riequilibrio Finanziario ci sia entrato dentro di tutto e di più, soprattutto l’inesistente. Questo ha fatto comodo a quella politica che, in caso di dissesto finanziario del comune, avrebbe dovuto lasciare Palazzo San Francesco per un bel po’ di tempo ed andare a lavorare o a godersi i privilegi acquisiti, spesso, con disinvoltura e facilità. Resta il fatto che aver salvato quelle poltrone ha prodotto un enorme danno ai cittadini ed agli imprenditori andriesi delusi, amareggiati e molto incazzati perché il loro destino è, oggi, ancor più incerto di quanto lo fosse in passato, nonostante tutto”

– ha concluso il leader sindacale pugliese.