Giuseppe Luigi Palma, commissario straordinario dell’Ordine pugliese:
«Un giovane che non riesce a investire sul proprio ambiente è un individuo che rimane intrappolato in una forma di vita precaria»
«La precarietà abitativa, al pari di quella lavorativa, porta i giovani a deresponsabilizzarsi. Un rischio che non possiamo correre, soprattutto dopo le conseguenze psicologiche causate dalla pandemia». Così Giuseppe Luigi Palma, commissario straordinario dell’Ordine delle psicologhe e degli psicologi della Regione Puglia, in merito alla protesta degli universitari contro il caro fitti e la carente disponibilità di stanze. Dopo Milano, Bologna, Firenze, Torino e da altre città, la protesta è arrivata anche a Bari: decine di studenti si sono accampati in tende in zona Ateneo per protestare contro il prezzo esorbitante degli affitti. «L’alloggio – continua il commissario – ha una sua funzione sociale e psicologica. È la tappa di un processo crescente di responsabilizzazione, un elemento che influenza in maniera decisiva il grado di appagamento della propria vita. La condivisione di spazi abitativi con altri studenti favorisce l’integrazione dal punto di vista sociale e, se vissuta in un condizioni favorevoli, può dissuadere lo studente dall’ipotesi di abbandonare gli studi». L’aumento esponenziale dei fitti sta costringendo alcuni ragazzi ad arrangiarsi in situazioni abitative poco consone, c’è addirittura chi dorme in auto. Da considerare, inoltre – in alcuni casi – l’aggravio sull’economia della famiglia, che deve farsi carico degli investimenti dei propri figli che da soli non possono essere indipendenti. «Un giovane che non riesce a investire sul proprio ambiente e a costruire il suo futuro è un individuo che vede rallentare quel percorso di autonomia e differenziazione necessario per sviluppare la propria vita da adulti, rimanendo così intrappolato in una forma di vita precaria dal punto di vista economico e relazionale».