CGIL Lecce – Superbonus e blocco delle cessioni, dal Governo attacco al lavoro edile

Lo stop allo sconto in fattura per i beneficiari del superbonus allarma il sindacato

Superbonus e blocco delle cessioni, dal Governo attacco al lavoro edile

“A rischio la ripresa del settore e i percorsi di rigenerazione di tanti edifici”. Negli ultimi due anni in provincia di Lecce creati oltre 2.500 posti di lavoro

Lecce, 18 febbraio 2023 – “Lo spettro di migliaia di licenziamenti. E una brusca frenata sui percorsi di rigenerazione ed efficientamento energetico di tanti edifici. Sono le conseguenze, quasi certe, dello stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito approvato ieri dal Consiglio dei Ministri. Un provvedimento che rischia di avere un effetto devastante sul settore delle costruzioni”, dicono la segretaria generale della Cgil Lecce, Valentina Fragassi, e il segretario provinciale della Fillea Cgil Lecce, Luca Toma.

“È utile ricordare come il patrimonio edilizio italiano sia vetusto: la gran parte degli immobili, infatti, è stata costruita prima del 1970, mentre solo una piccolissima porzione è riuscita a sfruttare l’occasione di efficientamento e messa in sicurezza offerta dal superbonus. La stessa città di Lecce presenta una fotografia che rimanda ad epoche ancora più lontane: il piano Ina-Casa del 1949, che ha permesso lo sviluppo di quartieri popolari nei decenni successivi, e la legge 167/62 che ha trovato il suo boom in città a partire dai primi anni ’70 e che oggi ci consegna un patrimonio prossimo alle nozze d’oro. Così come non è possibile negare il contributo dato dal settore delle costruzioni alla ripresa post-pandemica, non solo in termini di crescita, ma anche e soprattutto come capacità di generare posti di lavoro e dare reddito a tanti lavoratori”, sostengono i sindacalisti.

Giova ribadire il concetto con la forza dei numeri: incrociando i dati degli enti bilaterali (Cassa Edile ed Edilcassa), i lavoratori edili attivi in provincia di Lecce sono passati da 6.441 del 2020 ad 8.826 del 2022. Nel giro di due anni e mezzo (il superbonus fu introdotto a maggio 2020) solo nella provincia di Lecce si è registrato un incremento degli occupati regolari del 37 per cento. “Una crescita non ascrivibile esclusivamente al superbonus: anche il Durc di congruità e la scelta di subordinare l’accesso ai bonus al rispetto dei contratti di lavoro siglati dai sindacati edili più rappresentativi si sono rivelati strumenti per l’emersione del lavoro di qualità, che vanno oggi difesi e rafforzati, contro i paventati disegni di riforma del Codice degli Appalti. Dopo la decisione del Governo, però, il rischio di riportare tanti lavoratori nel sommerso o nelle zone d’ombra dell’illegalità è fortissimo”.

Per Cgil e Fillea di Lecce, la priorità resta rendere il patrimonio abitativo sostenibile, perciò è importante rafforzare gli strumenti a favore di percettori di redditi bassi o di chi vive in condomini e case popolari. “Così come modificato, invece, il superbonus rischia di tornare ad essere esclusivamente uno strumento a disposizione dei ricchi, che potranno anticipare le spese con cui ammodernare i propri immobili per poi portarle in detrazione. Chi non avrà la necessaria liquidità da anticipare, invece, dovrà continuare a vivere in case vecchie e mal tenute”, dicono Fragassi e Toma.

“Stupisce tra l’altro la distonia tra gli atti assunti dal Governo e le dichiarazioni del parlamentare di Fratelli d’Italia, Saverio Congedo. L’8 febbraio il deputato, evidentemente per puro spirito di polemica politica slegata da un reale interesse circa le esigenze del territorio, sollecitava la Regione Puglia a seguire l’esempio di altri enti locali che hanno scelto di farsi carico di alcuni crediti giacenti nei cassetti fiscali delle imprese. Testualmente ha detto che ‘la possibilità di acquistare i crediti d’imposta aprirebbe un mercato potenzialmente enorme e contribuirebbe a risolvere un gravissimo problema economico che sta impantanando l’intero comparto dell’edilizia. Pertanto l’operazione conviene a tutti: mi auguro quindi che il presidente Emiliano seguendo l’esempio di altre regioni, voglia valutare questa opportunità’. Eppure proprio il governo sostenuto da Congedo oggi vieta espressamente tale opzione. Un’ambiguità che rischia di scaricarsi sempre e solo sui lavoratori, sulle famiglie meno abbienti e sui territori più fragili”, concludono i sindacalisti.