FABI BARI sul GENDER CREDIT GAP

ANALISI FABI
Disparità di genere in Italia: un divario ancora troppo ampio.
I dati in Puglia e Basilicata preoccupano.
Il gender credit gap rappresenta una delle principali disuguaglianze economiche tra uomini e
donne in Italia. Si tratta della disparità nell’accesso al credito bancario, ovvero nella
possibilità di ottenere prestiti, mutui e finanziamenti. Secondo il rapporto della FABI
(Federazione Autonoma Bancari Italiani), nel 2024 le donne hanno ricevuto solo il 20%
del totale del credito bancario erogato alle famiglie, mentre agli uomini è stato concesso oltre
il 34%. Il restante 45% dei finanziamenti riguarda prestiti cointestati, ma questa tipologia di
finanziamento non garantisce una reale autonomia economica per le donne. Se si
considera il credito intestato individualmente, il divario diventa ancora più evidente: gli
uomini ricevono oltre un terzo del credito complessivo, mentre alle donne spetta appena
un quinto. In termini assoluti, questo si traduce in un gap di 68 miliardi di euro in favore
degli uomini. Su un totale di 472 miliardi di euro di finanziamenti bancari concessi alle
famiglie italiane:
 162 miliardi di euro sono stati erogati a clienti maschili
 94 miliardi di euro a clienti femminili
 215 miliardi di euro riguardano prestiti cointestati
La disparità è rimasta pressoché invariata rispetto al 2023, a conferma di quanto il problema
sia strutturale e persistente.
Il divario nell’accesso al credito è il risultato di una combinazione di fattori economici,
sociali e culturali, che rendono più difficile per le donne ottenere finanziamenti rispetto agli
uomini. Tra le principali cause vi sono la minore partecipazione delle donne al mercato del
lavoro dove il tasso di occupazione femminile in Italia è storicamente più basso rispetto a
quello maschile (secondo dati recenti, meno del 50% delle donne italiane lavora contro una
media europea del 64%). Inoltre, si evidenziano differenze salariali importanti tra uomini e
donne. Le donne guadagnano in media il 20% in meno rispetto agli uomini, a causa di
impieghi in settori meno remunerativi come istruzione, della sanità e assistenza, dove gli
stipendi sono generalmente più bassi rispetto a quelli dell’industria e della finanza, dominati
dagli uomini. Solo il 21,1% delle donne occupa ruoli dirigenziali, mentre il 78,9% è
riservato agli uomini. Anche tra i quadri, la presenza femminile si ferma al 32,4%. A tutto ciò
va evidenziato come quasi il 48% delle donne lavori part-time, spesso non per scelta, ma per
necessità legate alla gestione della famiglia, mentre tra gli uomini questa percentuale è
inferiore al 18%. A causa di queste condizioni, le donne hanno un reddito disponibile
inferiore, che limita la loro capacità di risparmio e riduce le garanzie per ottenere un prestito.
Ancora oggi le donne possiedono meno beni e proprietà immobiliari rispetto agli uomini, sia
per le minori risorse economiche che per un retaggio culturale che affida la gestione del
patrimonio familiare agli uomini. Per questo motivo, le banche, pur adottando criteri
apparentemente neutri, spesso finiscono per penalizzare le donne a causa delle loro condizioni
lavorative e patrimoniali. Studi dimostrano che, a parità di condizioni economiche, le donne ricevono richieste di garanzie aggiuntive rispetto agli uomini, il che rende l’accesso al
credito ancora più difficile. La difficoltà di accesso al credito ha implicazioni negative non
solo per le donne, ma per l’intera economia italiana. Le difficoltà di accesso al credito
concedono inoltre minori opportunità per le donne di avviare un’impresa, sappiamo
infatti come il credito bancario sia essenziale per chi vuole avviare una nuova attività
imprenditoriale. In Italia, solo il 22% delle imprese è guidato da donne, e una delle
principali difficoltà per le aspiranti imprenditrici è proprio l’accesso ai finanziamenti. Senza il
supporto del credito, le donne hanno meno opportunità di sviluppare progetti innovativi e di
contribuire alla crescita economica. Tutto ciò espone le donne ad un rischio importante per la
loro indipendenza economica anche per l’acquisto di una casa e questo fenomeno è
particolarmente grave nei casi di violenza economica, dove la mancanza di risorse finanziarie
impedisce alle donne di uscire da situazioni di abuso. Uno studio della Banca d’Italia ha
dimostrato che un maggiore accesso delle donne al credito potrebbe aumentare il PIL italiano
di oltre il 7%. Un sistema finanziario più inclusivo favorirebbe investimenti, occupazione e
crescita economica.
Da uno studio nazionale, la disparità di genere nei finanziamenti bancari si concentra
maggiormente nel Sud Italia e tra le regioni più colpite, come afferma Paolo Baldassarra,
segretario coordinatore della FABI Bari, la Puglia mostra dati decisamente preoccupanti. Le
quote rosa del credito concesso nella nostra regione si attestano ben al di sotto della media
nazionale, pari al 19,98%. Un primato purtroppo condiviso con altre regioni del Sud come la
Campania, la Sicilia, la Basilicata e la Calabria. In queste regioni, il divario medio, in termini
economici, si attesta a 3 miliardi, partendo da un minimo di mezzo miliardo in meno concesso
alla clientela bancaria femminile in Basilicata, passando ai 4,3 miliardi di Sicilia e Puglia,
fino ad arrivare ai 4,6 miliardi in Campania, mentre in Calabria si attesta a 1,1 miliardi. In
sintesi in Puglia, i crediti concessi alle donne sono solo il 17,6%, rispetto al 34,8% affidato
agli uomini.
Secondo Annalisa Campana (FABI), il gender credit gap è il risultato di una combinazione
di stereotipi culturali, procedure bancarie penalizzanti e una scarsa attenzione alle esigenze
finanziarie delle donne. Per superare questa disuguaglianza, è necessario:
 Promuovere politiche di credito più inclusive, riducendo le barriere all’accesso ai
finanziamenti per le donne.
 Sensibilizzare le banche sulla necessità di eliminare discriminazioni indirette,
garantendo criteri di valutazione più equi.
 Incentivare l’educazione finanziaria femminile, per migliorare la consapevolezza
economica e favorire una maggiore indipendenza finanziaria.
 Favorire il credito agevolato per le imprenditrici, con misure specifiche per
sostenere le attività femminili.
L’accesso equo al credito è un passo fondamentale per garantire pari opportunità e sviluppo
economico nel nostro Paese.