Foggia – Mostra dell’artista italo-britannico Jonathan Guaitamacchi, intitolata “MOVING FORWARD BEYOND”

Mostra personale a cura di Giuseppe Benvenuto e Sara Maffei
FOGGIA
Contemporanea Galleria d’Arte – viale Michelangelo, 65
25 MARZO – 27 APRILE 2023
Inaugurazione: sabato 25 marzo – ore 18:30 – con la presenza dell’artista
Dopo il grande successo ottenuto presso la Contemporanea Galleria d’Arte di Bari, la personale
dell’artista italo-britannico Jonathan Guaitamacchi, intitolata “MOVING FORWARD BEYOND”,
proseguirà il suo tour negli spazi della Contemporanea Galleria d’Arte di Foggia.
La mostra, curata da Giuseppe Benvenuto e Sara Maffei, verrà inaugurata il 25 marzo, con la
presenza dell’artista, e si protrarrà fino al 27 aprile. Sarà possibile ammirare un corpus di circa venti
opere, incentrate sul tema del paesaggio urbano, la cui potenza pittorica si esprime mediante una
pennellata su tela forte e graffiante, accordandosi sull’incisivo e netto contrasto fra il bianco e il
nero.
Nato a Londra nel 1961, Guaitamacchi è un artista di fama internazionale che vive tra Milano,
Torino, Londra e Città del Capo e si diploma presso l’Accademia di Belle arti di Brera. Dopo le prime
collaborazioni come disegnatore per alcuni quotidiani fra cui “Il Giornale” e “La Repubblica” e
come consulente artistico per diversi studi di architettura e design milanesi, negli anni Novanta
realizza grandi progetti in cui racconta le città globali, rivolgendo il suo sguardo a una periferia
urbana, immortalata tramite suggestive vedute a volo d’uccello.
Alla fine degli anni Novanta, l’AEM (Azienda Energetica Municipale del Gas) gli offre una residenza
artistica negli impianti dismessi di Milano Bovisa, nell’area gasometri. In seguito, all’interno delle
Officine della Pressione, presenta la sua prima personale, intitolata “Le macchine della luce”, con
cui si fa conoscere nel mondo dell’arte contemporanea. Nel 1997 vince il Premio Suzzara ex-aequo
con Kyung Kim Hwal, Wolfango, Martinelli e Petrus. Realizza mostre personali in Italia e all’estero,
da Pechino a New York, fino in Sud Africa, dove espone per la prima volta il suo lavoro alla
Christiaan Barnard Gallery di Città del Capo, prende parte alla Johannesburg Art Fair e tiene una
mostra personale, “Locations”, alla Smac Gallery Cape Town. Espone in numerose Gallerie d’arte
italiane tra cui Cà di Frà (Milano, 2003), Bagnai (Firenze, 2003), Rubin (Milano, 2000-2002) e
Jannone (Milano, 1998 – 1999). Le sue opere sono presenti in diverse collezioni pubbliche e private
presso Farnesina di Roma, la Fondazione Stelline di Milano, la Fondazione A2A di Milano, la
Collezione d’Arte CGIL di Roma e di Milano e il CAMeC di La Spezia. Nel 2002 è tra i finalisti del
Premio Cairo, nel 2004 è presente alla XIV Quadriennale di Roma e i suoi lavori sono selezionati per
la Biennale di Pechino del 2005. Nel 2010, Accenture Milano inaugura il suo nuovo edificio con la
personale “Nella città che cambia”, esponendo opere dell’artista che, in bilico tra pittura e
architettura, fanno della città un luogo della memoria e dell’evoluzione. Nel 2012, presso la
Galleria torinese d’Arte Moderna e Contemporanea G. Biasutti, espone la mostra “British Black
Sinapsi”. Nel 2014, a Palazzo Mantegazza a Lugano, organizza una personale, “My Home Glacier”,
un lavoro a base fotografica, attraversato dalla pittura e dal disegno, sul tema dei ghiacciai in
territorio elvetico, in collaborazione con BPS (SUISSE). Parte del medesimo lavoro è presentato in
una mostra presso il Palazzo Serbelloni di Milano, sede di AZIMUT. Nel 2018 il Politecnico di Milano
gli dedica una mostra, “Bovisa, from ‘97 to ‘17”, che racchiude tutto il suo lavoro.
Dando voce a un’arte che è anche autobiografica, memore delle città che ha incontrato – spiega
Sara Maffei – Guaitamacchi realizza dei veri e propri fotogrammi architettonici, attraverso tecniche
miste monocromatiche che danno alle sue metropoli un’impronta cinematografica. Nello spazio
della città, fatto di strade che intersecano edifici, palazzine e stabilimenti industriali, il tempo si
ferma o si è appena fermato. Qui tutto può accadere o è accaduto all’istante, una macchina è
appena sfrecciata via lungo una tangenziale della memoria e il ritmo ordinato delle architetture,
simbolo di uno slancio dinamico delle costruzioni, scandisce la scenografia metropolitana, come
testimoniano “Down Town” (mix media on canvas on board, cm 50 x 65) e “Metropoli” (mix media
on canvas, cm 150 x 230).
L’artista si addentra e penetra in
profondità luoghi che si fanno
densi di significato, divenendo al
contempo tutti i luoghi e nessun
luogo, progetti architettonici
percorsi da strade che nel medesimo istante “stanno ferme e si muovono, vanno e vengono,
rimbalzano”, evidente nel
dinamismo futuristico di
“Expo” (mix media on canvas
on board, cm 50 x 65) e
“Centralmente” (mix media on
canvas on board, cm 80 x 120).
Guaitamacchi è un artista che fa la differenza in quanto, afferma Francesca Brambilla “tra i primi
nell’epoca contemporanea ad affacciarsi al contesto urbano, sulla tela non rappresenta
l’espressione totale o meramente architettonica della realtà, ne sprigiona l’essenza, il principio
attivo, non racconta il luogo, ma il suo riflesso, la sua metafora attraverso il suo stile unico e
inconfondibile”. Come dichiarato dall’artista in una recente intervista, il modulo ripetuto e
l’astrazione prospettica sono il punto per ordinare e scomporre il caos, un modo per allontanarsi e
riavvicinarsi, una costellazione di segni intorno alla quale gravita il suo vissuto; una sorta di visione
biografica o testamento, il tentativo di dare un perimetro in cui rappresentare tutto quello che ha
generato e ispirato il suo lavoro.
Sara Maffei