Le Grotte di Castellana alla Biennale d’Arte di Venezia con il progetto Archetipi nell’oblio

Le Grotte di Castellana in mostra alla 60 ª Biennale d’Arte di Venezia, grazie al genio degli artisti Andrea Benetti e Dario Binetti e al progetto artistico “Archetipi nell’oblio”

Le Grotte di Castellana, uno dei luoghi naturali più sorprendenti e più visitati in Puglia, diventano oggetto di un progetto artistico unico, che celebra i cinque elementi e invita lo spettatore a fondersi con la memoria geologica e personale più profonda per arrivare alla sua anima.

Dalla collaborazione tra il pittore, fotografo e disegnatore artistico Andrea Benetti e il fotografo di origini brindisine Dario Binetti, prende forma il lavoro artistico dal titolo “Archetipi nell’oblio in mostra alla 60esima Biennale d’Arte di Venezia sino a fine settembre. Attraverso le maestose scenografie offerte dalle Grotte di Castellana, emerge un’ode alla memoria collettiva dell’umanità, un viaggio compiuto attraverso i periodi più bui di ogni secolo, con l’intento di riscoprire simboli e concetti ancestrali ormai sepolti nel passato e di evocare emozioni legate alla storia dell’uomo.

Gli archetipi universali prendono vita sullo sfondo di stalattiti e stalagmiti, incarnati dalle figure plastiche di monaci e vestali, queste ultime illuminate da un candelabro a cinque candele, simboleggiante i cinque elementi: Terra, Acqua, Fuoco, Aria ed Etere.

Attraverso una fusione tra fotografia stampata e un bassorilievo realizzato su tela, gli artisti catturano l’essenza primordiale degli archetipi, compiendo un’esplorazione nel passato, presente e futuro del genere umano. Gli elementi della compagnia di danza ResExtensa, diretta da Elisa Barucchieri, posando nelle fotografie, conferiscono alle immagini un’intensità plastica che trascende il tempo e lo spazio.

L’artista visivo Andrea Binetti, che nel 2006 ha partecipato alla 53ª Biennale d’arte di Venezia, ideando e stilando il Manifesto dell’Arte Neorupestre, presentato nel 2009, spiega così la scelta di questo set d’eccezione: «Abbiamo scelto le grotte di Castellana per vari motivi: il primo è che sono molto legato a quella terra e alle sue magnifiche grotte, poiché già nel 2011 ho realizzato la prima mostra allestita all’interno delle grotte, con pareti autoportanti e punti luce allestiti ad hoc per le mie opere, creando una sorta di galleria d’arte all’interno della Grave».

“Archetipi nell’oblio” invita lo spettatore a esplorare l’oscurità e in controluce l’anima umana, ad immergersi nell’abisso dell’inconscio collettivo, simboleggiato dalla profondità delle grotte che, come un grembo materno, risveglia antichi ricordi e spinge alla ricerca di un’intima comprensione della nostra natura umana. Le opere, intrise di simbolismo e mistero, sono un invito alla riflessione su ciò che ci rende umani e su come possiamo connetterci con le nostre radici più profonde del passato.

Le opere nate dalla collaborazione di Andrea Benetti e Dario Binetti sono fotografie realizzate con la tecnica del doppio scatto, stampate a getti di polvere polimerizzata coi raggi U.V. su bassorilievi creati col fondo gesso su tela. La collezione intitolata “Archetipi nell’oblio” andrà in mostra a Venezia, presso Palazzo Zagùri, in concomitanza con la 60ª Biennale d’Arte.

La mostra sarà visitabile tutti i giorni dal 21/05 al 30/09/2024, dalle 10 alle 18 (dal lunedì al venerdì) e dalle 11 alle 19 (weekend e festivi) a Palazzo Zagùri, nel Sestiere di San Marco, in Campo San Maurizio, a Venezia.

«Il progetto artistico “Archetipi nell’oblio” ci riempie di orgoglio perché porterà per la prima volta a Venezia uno sguardo inedito e intimo delle nostre cavità carsiche – ha commentato il presidente delle Grotte di Castellana s.r.l. Serafino Ostuni – confermando il contributo di inestimabile valore del nostro patrimonio per la conoscenza e il mondo delle arti. Pochi siti come le Grotte di Castellana con le sue stalattiti, stalagmiti, concrezioni dalle forme incredibili e dai colori sorprendenti, sono capaci di sollecitare la fantasia di bambini e adulti. Il lavoro straordinario di Andrea Benetti e Dario Binetti ce lo ricorda ancora una volta».