MOSTRA FOTOGRAFICA “ETICA ED ESTETICA, l’enigma del terzo paesaggio” – Matera 16-17-18 marzo 2024  – Alvino Relais

Dalla felice relazione tra l’Università degli Studi di Bari e l’Accademia di Belle Arti di Bari, è stato proposto questo progetto espositivo che fonde saperi artistici e visioni filosofiche sul tema del paesaggio rurale pugliese.

Un percorso itinerante che ha visto concretizzarsi la prima tappa domenica 17 marzo a Matera, ospitata nell’ambito del “Cultural Festival 2024” nel suggestivo Alvino Relais, con l’inaugurazione della mostra fotografica “ETICA ED ESTETICA, l’enigma del terzo paesaggio”.

Curatori dell’iniziativa i docenti dell’Accademia barese, Rocky Malatesta (Etica della Comunicazione), Rosalinda Romanelli (Storia dell’Arte), Roberto Sibilano (Linguaggio e tecniche dell’audiovisivo) e Maristella Trombetta, docente di Estetica dell’Università di Bari. Gli allestimenti sono stati curati da Angela Varvara, docente di Scenografia dell’Accademia.

La cornice concettuale proposta dai curatori indaga sull’eterno rapporto dell’umanità con la Natura e con gli ecosistemi con cui da sempre si è interagito, a volte rispettando canoni estetici quasi naturali, a volte irrompendo negli habitat con inserimenti e antropizzazioni devastanti.  L’uomo, in quanto essere naturale, si salvaguarda se salvaguarda l’ambiente. L’esasperato edonismo delle civiltà moderne, però, ha impedito per molto tempo di considerare una forma contemplativa “attiva” della natura. Se ci poniamo dalla prospettiva per la quale il paesaggio è un valore estetico prodotto dall’uomo, cioè prodotto dalle sue scelte e dal suo agire, allora, inevitabilmente, la contemplazione della natura, intesa come azione, da un lato diventa un atto etico, dall’altro diventa la cifra estetica che giustifica e avvalora l’intervento artistico nel e sul paesaggio come intervento qualificante.

L’etica, dal canto suo, riflette sui rapporti fra uomo e ambiente. Indaga l’azione dell’uomo. Svela la sua visione della vita e il mondo possibile e accoglie in sé un complesso di norme morali e di costume che identificano un preciso comportamento nella vita di relazione. Si riferisce all’agire dell’individuo in una struttura sociale che lo comprende. Siamo così alla ricerca di un’essenza del paesaggio indipendente dalla mera pittura, dalla rappresentazione, dall’immagine sentimentale: dalla natura sia ideale che reale. Prendere coscienza della cosa in sé, anche nei suoi aspetti ideali, significa comprenderne la complessità.

Possiamo leggere quindi ogni paesaggio come realtà etica, risultato dell’operosità dell’uomo nella natura, ambito complessivo della vita: nel significato peculiare di progetto del mondo umano, che parte da lontano, da quando l’uomo ha incominciato a trasformare il proprio ambiente naturale per creare i luoghi dell’abitare, modellati con la mano e con lo spirito. Quella appena descritta non è una missione impossibile e a dimostrarlo c’è l’esperienza dei paesaggi della “restanza” laddove è proprio il paesaggio a proporsi come risorsa strategica attorno alla quale costruire un modello di sviluppo sostenibile, capace di conciliare ricerca del benessere e preservazione dell’ambiente.

Parlare di questi paesaggi vuol dire contribuire a mantenerli vivi, dare forza alle comunità che vi si riconoscono ed anche spingere queste stesse comunità e le giovani generazioni, che sono alla ricerca di nuove prospettive, a fare propria la filosofia della “restanza” e riappropriarsi di questi luoghi, mettendoli al centro del proprio progetto di vita.

La “restanza”, possiamo quindi sostenere, ha in sé un alto valore etico, capace di produrre una nuova estetica del paesaggio che genera una ruralità sostenibile e attrattiva per una gran parte di umanità sensibile, responsabile e consapevole.

Si risolve in questo modo l’eterno dilemma del rapporto Uomo Ambiente/Paesaggio, che sfocia lentamente in bellezza compiuta e funzionale, capace si di generare ristoro dell’anima ma anche economia reale, conservativa e forse eterna.

A indagare attraverso il mezzo fotografico sul tema proposto diciassette studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bari: Carmela Balice, Davide Bellaggi, Alessio Berardi, Eleonora Bosna, Moana Battista Canu Spada, Annalisa Ciliberti, Alessia Decrescenzo, Maria Rita Giordano, Rocco Girardi, Paola Guardavaccaro, Cecilia Guario, Raffaello Iacovazzi, Santina Moccia, Giorgia Montanaro, Clarissa Musto, Caterina Ronzino, Giuseppe Ermes Signorile.