NTC, LEGAMBIENTE PUGLIA: “TRASFORMARE IL PIANO DI SVILUPPO IN OCCASIONE PER RESTITUIRE ALLA FRUIZIONE PUBBLICA LA RETE NATURALE LOCALE”

L’Accordo di Programma per il piano di sviluppo del Nardò Technical Center (NTC) di Porsche Engineering, può diventare lo strumento per ridare forza alla Riserva Naturale Orientata Regionale Palude del Conte e dune costiere all’interno del perimetro della Zona Speciale di Conservazione Palude del Conte, Dune di Punta Prosciutto.    
“Dinanzi alla proposta di NTC Porsche per l’ampliamento del sito di Nardò abbiamo deciso di approfondire il progetto, valutandone ogni aspetto e cercando di trarre delle valutazioni che ci permettano di essere propositivi. L’apporto tecnologico in ricerca e sviluppo su nuovi orizzonti della mobilità – spiega Daniela Salzedo, direttrice di Legambiente Puglia – che l’azienda vuol potenziare deve necessariamente coniugarsi con la tutela di una patrimonio ecologico importantissimo per la nostra Regione”.  

Sono stati identificati nell’area della ZSC IT915002717 habitat di interesse comunitario di cui 5 sono habitat prioritari, e la parte terrestre del SIC che si estende per 1.060 ettari è interessata da 223,6 ettari di habitat di interesse comunitario (21% del SIC terrestre), mentre la parte marina del SIC che si estende per 4.987 ettari si caratterizza per una quota del 78% (3.917,1 ettari) di habitat marini di interesse comunitario. Tra gli habitat terrestri la maggiore estensione è relativa all’habitat 9340 – Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia presente su circa 123 ha, seguito dei fruticeti alofili dell’habitat 1410 – Pascoli inondati mediterranei (44 ha) e dal 6220 – Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero- Brachypodietea (30,5 ha).  

Va detto che, sin dalla sua prima perimetrazione e istituzione (1995) all’interno della zona è presente un’area industriale (dal 2012 NTC- Nardò Technical Center di Porsche Engineering) dove vengono sperimentati e collaudati tecnologie e prototipi di autovetture, e sono presenti anche insediamenti di produzione casearia e aree agricole. Si tratta perciò di una fattispecie di sito Natura 2000 che “convive” con un’area industriale e una proprietà prevalentemente privata.  

“Nell’ottica di una visione prospettica e di un impegno ambientale costruttivo e concreto – conclude Daniela Salzedo – abbiamo sviluppato una serie di approfondimenti che ci porteranno a formulare delle proposte all’azienda che vadano nella direzione di canalizzare le compensazioni ambientali proposte verso una maggiore tutela del sito e, parallelamente, verso la possibilità di riaprire l’area alla fruizione pubblica”.