Schengen: sospensione dell’esenzione dei visti per minacce ibride e violazioni

  • I nuovi motivi di sospensione dell’esenzione dal visto per l’UE includono le minacce ibride e i “passaporti d’oro”
  • Le violazioni dei diritti umani e la mancata osservanza delle decisioni delle corti internazionali anche incluse fra i motivi per reintrodurre l’obbligo di visto

Martedì, il PE ha dato il via libera finale a un ampliamento dei motivi che permettono la reintroduzione dell’obbligo di visto per l’ingresso in Schengen.

I deputati hanno approvato in via definitiva, con 518 voti a favore, 96 contrari e 24 astensioni, la riforma del meccanismo di sospensione della deroga che consente ai certi paesi di viaggiare nello spazio Schengen senza visto per soggiorni di breve durata (fino a 90 giorni in un periodo di 180). Il meccanismo riguarda he riguarda 61 paesi (vedi l’elenco nell’allegato II).

Il meccanismo attuale consente alla Commissione di reintrodurre l’obbligo del visto in caso di rischi per la sicurezza. Tra i motivi figurano le minacce alla sicurezza interna, incluso l’aumento di reati gravi commessi da cittadini del paese in questione, e un forte incremento delle domande d’asilo respinte, dei rifiuti di ingresso o del numero di persone che restano oltre il periodo consentito.

Nuovi motivi di sospensione

La revisione introduce nuovi motivi per reintrodurre l’obbligo di visto d’ingresso, tra cui: minacce ibride (come la strumentalizzazione dei migranti da parte di stati terzi); programmi di cittadinanza per investitori (o “passaporti dorati”) che destano preoccupazioni in materia di sicurezza; mancato allineamento alla politica dei visti dell’UE; violazioni della Carta delle Nazioni Unite; gravi violazioni del diritto internazionale, dei diritti umani o del diritto umanitario; e inosservanza delle decisioni delle corti internazionali. Questi motivi aggiuntivi allineano tali condizioni a quelle previste per la concessione dell’esenzione e mirano a creare un effetto dissuasivo. Restano invariati i motivi già previsti, come le minacce alla sicurezza e la mancata cooperazione sui rimpatri.

Nessuna impunità per i funzionari dei paesi terzi

Per scoraggiare i governi di paesi terzi dal violare i termini degli accordi di esenzione dal visto per soggiorni brevi, la normativa darà all’UE una maggiore flessibilità per sospendere tale deroga per i funzionari governativi ritenuti responsabili di violazioni dei diritti umani o di altre infrazioni.

Con la riforma, la soglia per valutare un “aumento sostanziale” del numero di persone che restano senza autorizzazione o dei reati gravi sarà fissata al 30%, mentre la soglia per un basso tasso di riconoscimento delle domande d’asilo sarà del 20%. In casi debitamente motivati, la Commissione potrà discostarsi da queste soglie.

Dichiarazione

Il relatore Matjaž Nemec (S&D, Slovenia) ha dichiarato: “L’Europa resta il continente più visitato al mondo, sia dai turisti che da viaggiatori d’affari, e la nostra politica dei visti rappresenta quindi uno dei più forti strumenti di politica estera di cui disponiamo. Con un meccanismo di sospensione modernizzato, l’UE potrà sospendere il regime di esenzione dal visto in caso di gravi violazioni dei diritti umani, e potrà applicare la sospensione mirata a funzionari governativi o ad altri gruppi. Questo meccanismo rafforza il nostro impegno a favore dei diritti umani e del diritto internazionale.”

Prossime tappe

La legislazione, già concordata informalmente tra Parlamento e Consiglio, dovrà ora essere formalmente adottata dal Consiglio e entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE.

Come funzionerà il sistema

In base alle nuove regole, la Commissione europea (su proposta di uno Stato membro interessato o di propria iniziativa, tenendo conto delle informazioni provenienti da qualsiasi istituzione dell’UE) potrà avviare il processo di sospensione dell’esenzione dal visto per specifici paesi terzi verso lo spazio Schengen, inizialmente in modo temporaneo, e poi permanente se le problematiche non vengono risolte. Finora l’esenzione dai visti è stata revocata solo una volta, nel caso di Vanuatu.