TURISMO: COLDIRETTI PUGLIA, BARI NELLA TOP TEN CITTÀ PIÙ RICERCATE ALL’ESTERO; RITORNO A RADICI SALVA ANCHE PICCOLI BORGHI

photo Egidio Magnani

E’ Bari a posizionarsi all’ottavo posto della top ten nazionale delle città più ricercate all’estero, mentre cresce l’interesse per i parchi e la natura, ma anche per i piccoli borghi che rappresentano un patrimonio di tradizioni, cultura ed enogastronomia sempre più richiesti dai turisti stranieri. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base del report di Terranostra, associazione agrituristica e ambientale di Coldiretti, che ha rielaborato i principali dati del Ministero del Turismo relativi alle tendenze di ricerca dal mondo per i viaggi in Italia tra il 15/01 e il 15/02 2023.

In cima ai Paesi esteri spicca la Germania con il 16,4% delle ricerche, il Regno Unito con il 14,1%, la Francia con il 12,8%, gli  Stati Uniti con l’11,9% delle ricerche, il 9,7% dalla Spagna, il 4,1% dalla Polonia, il 3,2% dai Paesi Bassi, il 2,4% dall’Austria, il 2,2% dalla Svizzera e dal Canada con l’1,9% delle ricerche.

Il turismo in Puglia impatta per 6,5 miliardi sui consumi finali, pari al 12,3% sui consumi totali – insiste Coldiretti Puglia – una ricchezza straordinaria a cui contribuisce il turismo esperienziale negli agriturismi, come dimostrato dalla quota percentuale di soddisfazione nel rapporto con il territorio. Ai primi posti di gradimento c’è l’offerta di olio di qualità all’85%, di prodotti agroalimentari all’83, paesaggi e colori per il 75%, l’ospitalità al 72% e l’offerta vitivinicola al 70%,

La Puglia – sottolinea la Coldiretti regionale – è fortemente dipendente dall’estero per il flusso turistico con oltre 3,8 milioni di pernottamenti di turisti stranieri. Ma c’è anche il turismo delle radici che salva le bellezze e l’economia dei piccoli borghi, da dove è partita l’emigrazione, con la Puglia che si rivela una delle mete più gettonate per le campagne e gli agriturismi di straordinaria bellezza, ma anche per i borghi con il 33% tra i più belli d’Italia, dove si conservano – spiega Coldiretti Puglia – le antiche tradizioni enogastronomiche rurali, incrementano la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali, dove Dop, Igp e i 311 prodotti pugliesi riconosciuti tradizionali dal Mipaaf vengono coltivati, allevati e trasformati, in quelli che rappresentano veri e propri presidi presìdi della biodiversità.

Il 92% delle produzioni tipiche nasce nei piccoli borghi con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio dell’enogastronomia sostenibile e a km zero conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.

I piccoli comuni in Puglia sono 87, tra i più belli d’Italia, di cui 42 in provincia di Lecce, 38 in provincia di Foggia, 5 in provincia di Taranto e 2 in provincia di Bari, con l’80% delle Dop e Igp e della miriade di produzioni locali tradizionali – aggiunge Coldiretti Puglia – che vengono coltivate, allevate e trasformate in aree sotto i 5mila abitanti e riguardando specialità come la carota giallo – viola di Tiggiano, il barattiere, le lenticchie di Altamura, i lampascioni, i funghi cardoncelli, la Cipolla di Zapponeta, Fava di Zollino, Patata di Zapponeta, Pisello nano di Zollino, Pomodoro di Morciano, Fava di Carpino, Cacioricotta caprino orsarese, Lardo di Faeto, Prosciutto di Faeto, Calzone di Ischitella, l’Arancia del Gargano, il Limone Femminello del Gargano e la Patata novella di Galatina, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari. 

“L’interesse dei turisti per i piccoli centri è importante – dichiara Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia – anche per la ricerca del buon cibo che aiuta a salvare una parte consistente del patrimonio agroalimentare Made in Italy. Un terzo della spesa di turisti italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche, con il presidio degli agricoltori nelle masserie che rappresenta una presenza fondamentale per tramandare le tradizioni, trasmettere i saperi e difendere il valore storico, ambientale e culturale dei territori”.

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