SUBURBAN

Mostra personale a cura di Sara Maffei
in collaborazione con l’Archivio Jonathan Guaitamacchi e Giuseppe Benvenuto
ALTAMURA
Galleria Art Immagine – via Torino, 84
di Francesco Taccogna
10 GIUGNO – 31 LUGLIO 2023
Inaugurazione: sabato 10 giugno – ore 19:00 – sarà presente l’artista
La stagione estiva della Galleria Art Immagine di Altamura si aprirà con una mostra personale dedicata a Jonathan Guaitamacchi, artista italo-britannico di fama internazionale, che verrà inaugurata il 10 giugno, protraendosi fino al 31 luglio.
Quello di Guaitamacchi è uno sguardo suburbano, come suggerisce il titolo stesso della personale, “SUBURBAN”, la cui cura è affidata a Sara Maffei e Francesco Taccogna in collaborazione con l’Archivio Jonathan Guaitamacchi e Giuseppe Benvenuto.
Il corpus di circa venti opere ha per oggetto il paesaggio urbano, la cui potenza pittorica si esprime mediante una pennellata su tela forte e graffiante, accordandosi sull’incisivo e netto contrasto fra il bianco e il nero. Memore delle città che ha incontrato, vissuto e sentito profondamente, l’arte di Guaitamacchi sa essere fortemente autobiografica e si realizza – spiega Sara Maffei – assumendo le sembianze di veri e propri fotogrammi architettonici, attraverso tecniche miste monocromatiche che danno alle sue metropoli un’impronta cinematografica. Nello spazio della città, fatto di strade che intersecano edifici, palazzine e stabilimenti industriali, il tempo si ferma o si è appena fermato. Qui tutto può accadere o ha appena avuto luogo: una macchina è immediatamente sfrecciata via lungo una tangenziale della memoria e il ritmo ordinato delle architetture, slancio dinamico delle costruzioni, scandisce la scenografia metropolitana, come testimonia “Suburban 1”. I luoghi in cui l’artista si addentra sono penetrati in profondità, dunque densi di significato: essi sono al contempo tutti i luoghi e nessun luogo, progetti architettonici percorsi da strade che nel medesimo istante “stanno ferme e si muovono, vanno e vengono, rimbalzano”, evidente nel dinamismo futuristico di “Suburban 3” e “Suburban 5”, tutte opere visionabili in Galleria.
Guaitamacchi è tra i primi artisti dell’epoca contemporanea ad affacciarsi al contesto urbano ed è soprattutto il modo in cui lo fa a fare la differenza. Lo suggerisce bene Francesca Brambilla, dichiarando che l’artista non rappresenta l’espressione meramente architettonica della realtà, ma ne sprigiona l’essenza e il principio attivo; non racconta il luogo, bensì il suo riflesso e la sua metafora attraverso uno stile unico e inconfondibile. Come riferisce l’artista stesso in una recente intervista, il modulo ripetuto e l’astrazione prospettica non sono che il punto per ordinare e scomporre il caos, un modo per allontanarsi e riavvicinarsi, una costellazione di segni intorno alla quale gravita il suo vissuto. E ancora, una visione biografica, un testamento, il tentativo di dare un perimetro in cui rappresentare tutto quello che ha generato e ispirato il suo lavoro.
Sara Maffei
Biografia
Nato a Londra nel 1961, Guaitamacchi vive tra Milano, Torino, Londra e Città del Capo e si diploma presso l’Accademia di Belle arti di Brera. Dapprima è disegnatore per quotidiani come Il Giornale e La Repubblica, poi consulente artistico per studi di architettura e design milanesi e negli anni Novanta realizza grandi progetti in cui racconta le città globali, rivolgendo lo sguardo a una periferia urbana, immortalata tramite suggestive vedute a volo d’uccello.
Alla fine degli anni Novanta, l’AEM (Azienda Energetica Municipale del Gas) gli offre una residenza artistica negli impianti dismessi di Milano Bovisa, nell’area gasometri. In seguito, all’interno delle Officine della Pressione, presenta la sua prima personale, “Le macchine della luce”, con cui si fa conoscere nel mondo dell’arte contemporanea. Nel 1997 vince il Premio Suzzara ex-aequo con Kyung Kim Hwal, Wolfango, Martinelli e Petrus. Realizza mostre in Italia e all’estero, da Pechino a New York, fino in Sud Africa, dove espone per la prima volta il suo lavoro alla Christiaan Barnard Gallery di Città del Capo; prende parte alla Johannesburg Art Fair e tiene una mostra personale, “Locations”, alla Smac Gallery Cape Town. Espone in numerose Gallerie d’arte italiane tra cui Cà di Frà (Milano, 2003), Bagnai (Firenze, 2003), Rubin (Milano, 2000-2002) e Jannone (Milano, 1998 – 1999). Le sue opere sono presenti in diverse collezioni pubbliche e private presso Farnesina di Roma, la Fondazione Stelline di Milano, la Fondazione A2A di Milano, la Collezione d’Arte CGIL di Roma e di Milano e il CAMeC di La Spezia. Nel 2002 è tra i finalisti del Premio Cairo, nel 2004 è presente alla XIV Quadriennale di Roma e i suoi lavori sono selezionati per la Biennale di Pechino del 2005. Nel 2010, Accenture Milano inaugura il suo nuovo edificio con la personale “Nella città che cambia”, esponendo opere dell’artista che fanno della città un luogo della memoria e dell’evoluzione, ponendola in bilico tra pittura e architettura. Nel 2012, presso la Galleria torinese d’Arte Moderna e Contemporanea G. Biasutti, espone la mostra “British Black Sinapsi”. Nel 2014, a Palazzo Mantegazza a Lugano, organizza la personale “My Home Glacier”, un lavoro a base fotografica, attraversato dalla pittura e dal disegno, sul tema dei ghiacciai in territorio elvetico, in collaborazione con BPS (SUISSE). Parte del medesimo lavoro è presentato in una mostra presso il Palazzo Serbelloni di Milano, sede di AZIMUT. Nel 2018 il Politecnico di Milano gli dedica la mostra “Bovisa, from ‘97 to ‘17” che racchiude tutto il suo lavoro.