Importazioni di gas e petrolio russo nell’UE: i deputati sostengono il divieto

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  • Divieto graduale delle importazioni di gas naturale liquefatto tramite gasdotto a partire dal 2026
  • Petrolio e prodotti petroliferi sono coperti anche
  • Misure per contrastare l’elusione, ad esempio attraverso le flotte ombra

Il progetto di legge adottato giovedì mira a proteggere gli interessi dell’Unione dall’uso delle forniture energetiche come arma da parte della Federazione russa.

Giovedì le commissioni per l’industria, la ricerca e l’energia e per il commercio internazionale hanno approvato progetti di piani per vietare le importazioni di gas naturale russo – sia gasdotto che gas naturale liquefatto (GNL) – a partire dal 1° gennaio 2026, con limitate eccezioni per i contratti a breve termine (fino al 17 giugno 2026) e i contratti a lungo termine (fino al 1° gennaio 2027), a condizione che siano stati conclusi prima del 17 giugno 2025 e rimangano invariati.

In base alle norme proposte, gli operatori energetici potranno invocare la “forza maggiore” per rescindere i contratti di importazione di gas russo, poiché il divieto giuridicamente vincolante di ulteriori importazioni, come previsto da questo nuovo regolamento, è esplicitamente definito come un atto sovrano al di fuori del loro controllo.

I deputati propongono di vietare lo stoccaggio temporaneo di gas naturale di origine russa negli impianti dell’UE a partire dal 1° gennaio 2026. Inoltre, per colmare le lacune e attenuare il rischio di elusione, gli operatori dovrebbero fornire alle autorità doganali prove più rigorose e dettagliate del paese di produzione del gas prima dell’importazione o dello stoccaggio, con l’obbligo di un’autorizzazione preventiva a seconda dell’origine del gas naturale.

Divieto di importazione di petrolio anche dal 2026

A partire dalla stessa data, i deputati vogliono vietare tutte le importazioni di petrolio russo, compresi i prodotti petroliferi provenienti dal greggio russo, richiedendo al contempo l’autorizzazione doganale preventiva e la verifica del paese di produzione per tali importazioni.

Inoltre, il testo affronta esplicitamente i rischi di elusione, come le importazioni rietichettate, le flotte ombra e il transito attraverso paesi terzi, imponendo la certificazione di origine per gli oleodotti, audit trimestrali e un elenco di terminali GNL ad alto rischio, che devono essere gestiti dalla Commissione.

Infine, i deputati eliminano la clausola di revisione che consente alla Commissione di autorizzare una sospensione temporanea del divieto di importazione in situazioni che minacciano la sicurezza energetica dell’UE. Ne rafforzano inoltre l’applicazione introducendo sanzioni per le violazioni del regolamento.

Virgolette

“La stragrande maggioranza dei membri delle due commissioni ha votato a favore di una posizione forte per rafforzare l’uscita dalle importazioni di combustibili fossili russi. Sono impressionato dalla comprensione condivisa della necessità di una legislazione efficace che non solo vieti le importazioni di gas e petrolio russi nell’Unione europea, ma sia anche rigorosa nell’applicazione e colmi le lacune della proposta della Commissione”, ha dichiarato l’eurodeputato responsabile della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (ITRE), Ville Niinistö (Verdi/ALE, Finlandia).

“Il sostegno quasi unanime mi conferisce un forte mandato per i negoziati con il Consiglio. La messa al bando dei combustibili fossili russi è un grande risultato per l’Unione europea e un punto di svolta nella politica energetica europea. Abbiamo rafforzato la proposta iniziale della Commissione europea includendo il petrolio e i suoi prodotti, ponendo fine ai contratti a lungo termine un anno prima di quanto proposto, aggiungendo sanzioni per il mancato rispetto ed eliminando le eccezioni per i paesi senza sbocco sul mare”, ha dichiarato Inese Vaidere (PPE, Lettonia), eurodeputato della commissione per il commercio internazionale.

Passaggi successivi

La legislazione è stata adottata con 83 voti favorevoli, 9 contrari e 1 astensione. I deputati hanno inoltre votato con 84 voti favorevoli, 7 contrari e 1 astensione, per l’apertura dei negoziati con la presidenza danese del Consiglio. La decisione sarà notificata alla camera plenaria del Parlamento nel corso della prossima sessione del 20-24 ottobre.

Sfondo

Questa legislazione arriva in risposta alla sistematica militarizzazione delle forniture energetiche da parte della Russia, un modello documentato da quasi due decenni e che si è intensificato con l’invasione su vasta scala dell’Ucraina nel 2022. L’invasione del 2022 è arrivata con un’ulteriore deliberata manipolazione del mercato, tra cui il sottoriempimento senza precedenti da parte di Gazprom degli impianti di stoccaggio dell’UE e l’arresto improvviso dei gasdotti, causando un’impennata dei prezzi dell’energia fino a otto volte i livelli pre-crisi.